La sua particolare personalità lo portava a
sopravanzare i paradigmi massonici del suo tempo, a
considerare la Massoneria con la sufficienza del
grande iniziato che si riteneva. Giuseppe Balsamo
(1743-1759) alias Conte di Cagliostro, Comte de
Phoenix, Marchese Pellegrini ecc. A Malta nel 1766,
in compagnia del suo maestro, che indica con il nome
d’Althotas, operava alchemicamente con Manuel Pinto
de Fonseca, Gran Maestro dell’Ordine di Malta.
Dopo numerosi viaggi, in Europa e nel Nord Africa,
torna a Malta dove il nuovo Gran Maestro
dell’Ordine, Emmanuel de Rohan, gli concede una
dignità cavalleresca. Ebbe la sua iniziazione
massonica, probabilmente, nella Loggia “Segreto ed
Armonia”, all’Oriente di Malta. Non essendo questa
Loggia riconosciuta dalla Gran Loggia d’Inghilterra,
e necessitando Cagliostro di un passaporto massonico
valido in tutta Europa, si fece iniziare nuovamente,
il 12 aprile 1777, nella Loggia “La Speranza n.°
289”, dove ricevette i tre gradi nello stesso
giorno. La “Segreto ed Armonia” indicata come la
prima ad apparire nel possesso dei famosi Arcana
Arcanorum ha, solo per questo, diritto ad una
chiosa: Michel Monerau riporta che:
“ La Loggia “Segreto ed Armonia” ricevette una
patente dalla Gran Loggia d’Inghilterra il 30 marzo
1789, ma in una lettera indirizzata a questa potenza
massonica il 24 febbraio 1789, i principali
ufficiali affermarono che la loro associazione
massonica esisteva già all’inizio del secolo e che
più tardi, nel 1764, si era affiliata alla Loggia di
Marsiglia (forse la Loggia Madre del Tito Filosofico
Scozzese). La maggior parte dei membri di questa
Loggia maltese erano Cavalieri dell’Ordine di Malta
e, secondo i piedilista, di numerose nazionalità
(Francesi, Veneziani, Napoletani…) e vi si riporta
inoltre l’iniziazione di Giuseppe Balsamo. La Loggia
cessa la sua attività quando Napoleone bandisce
l’Ordine dall’isola.”
Secondo il consiglio del suo Maestro Altothas,
Cagliostro avrebbe poi inserito nei suoi rituali
massonici egizi la cosiddetta “Scala di Napoli” o
Arcana Arcanorum, trasmessigli dalla Loggia Maltese.
Il collegamento simbolico era corretto, in quanto
secondo la scuola ermetica alessandrina, che
trasmetteva la cosiddetta” via interna” , che
avrebbe permesso l’acquisizione dell’immortalità di
un Corpo di Gloria. La stessa finalizzazione
simbolica era espressa dai Misteri Eleusini ed
Orfici, assieme a quelli d’Iside ed Osiride.
Nei Rituali della Massoneria cagliostrina si pratica
l’operatività delle “quarantene spirituali”, che
permettevano il rinnovamento simbolico della vita
dell’uomo, il suo rigenerarsi ad uno stato ideale,
edenico. Cagliostro stesso afferma a questo
proposito:
“Ciascuno riceverà il Pentagono [la Stella
Fiammeggiante], cioè la foglia vergine sulla quale
gli Angeli primitivi hanno impresso le loro cifre e
sigilli e, munito di questo, egli si vedrà Maestro
ed Intendente degli Edifici. Senza il soccorso
d’alcun mortale, il suo spirito sarà riempito di
fuoco divino, il suo corpo si tramuterà in quello di
un fanciullo innocente. La sua penetrazione [Divitia,
Potenzia, Sapienza] sarà senza limite, il suo potere
immenso, e non aspirerà ad altro che alla solitudine
ed al silenzio per attendere l’immortalità e poter
dire lui stesso: Ego sum qui sum…”Ma l’origine del
Rito Egizio di Cagliostro va ricercata nella sua
vicinanza ed amicizia con il Cavaliere d’Acquino,
fratello del Principe di Caramanico, (Gran Maestro
Nazionale della Massoneria del Reame di Napoli nel
1773) e cugino del Principe di Sangro. Gli storici
moderni hanno esaminato con estremo approfondimento
le radici dell’Or+Os+Eg+ dalla Massoneria del di
Sangro ai nostri giorni, ma rimane tuttavia da
definire la trasmissione di tale contesto iniziatico
dai templi isiaci di Pompei e dal tempio serapideo
napoletano. È comunque indubbio che tale
trasmissione è reale e vivente, ed indipendente da
qualsiasi ricostruzione della massoneria
settecentesca e ottocentesca, anche se si è poi
inserita, come spesso succede, in tale contesto. Gli
ambiti iniziatici, consci che la tradizione è
comunque una, travasano spesso antiche forme
esoteriche in forme nuove.
Cagliostro volle collegare al suo nuovo (e nel
contempo antichissimo), Rito anche la forma ermetica
rosicruciana. Nel 1779 ricevette l’iniziazione
all’Ordine del Vero Massone Rosa+Croce (Rito
rosicruciano riformato, di cui il primo Capitolo
funzionò a Marbourg. Si collegò all’Ordine dei
Fratelli Africani e corrispose con Marc Bédarride,
il promotore del Rito di Misraim.
Nel 1784, quando credette che il suo sistema fosse
ormai maturo, Cagliostro fondò a Parigi, in Rue de
la Sourdiére, la sua “Loggia Madre dell’Adattamento
dell’Alta Magia Egizia”. Il Gran Cofto, suo spirito
tutelare, gli avrebbe ordinato di procedere ad una
riorganizzazione delle confraternite, aggiungendovi
un nuovo rito. La Loggia possedeva un Tempio d’Iside
in cui Cagliostro stesso officiava, nelle vesti di
Gran Sacerdote.
Il sistema egiziano di Cagliostro sopravvisse alla
morte, a S. Leo, del suo fondatore. Logge del Rito
cagliostrino, non casualmente, furono ancora fondate
nei primi anni del XIX secolo, a Napoli. I Fratelli
Mario Pagano, Domenico Cirillo e poi Pietro
Colletta inserirono nei nuovi sistemi massonici una
tradizione antichissima di diretta derivazione
alessandrina. fu colui che fuse ed ebbe dei
continuatori in Marconis de Négre (Rito di Memphis)
ed in Bédarride (Rito di Misraim). La storia
successiva dei Riti Massonici Uniti di derivazione
egizia, esula dalla nostra analisi della simbologia
massonica di quest’ambito. I testi di riferimento
sono indicati nella bibliografia allegata e
rappresentano una branca indispensabile della
storiografia massonica ed iniziatica in genere. Ma
non è possibile esaminare la simbologia in questione
senza riferirsi agli Arcana Arcanorum. Gli ultimi
quattro gradi del regime del Bédarride potevano
esser sostituiti da quelli cabalistici del Regime di
Napoli o Arcana Arcanorum. Degli Arcana Arcanorum
sono conosciute otto versioni, tutte, per un certo
verso, mutile. La versione più moderna consiste in
massime ermetiche, ispirate allo Tshoudy, già citato
od al Fulton, un ermetista di cui si conosce ben
poche cose. Le più probabili consistono in quattro
quaderni teurgici, molto simili a Grimoires
seicenteschi, in cui si dovrebbe riportare
finalizzazioni, glifi, e metodi operativi. Alcune
versioni hanno glifi, diversi dalle altre versioni,
senza finalizzazioni o metodi operativi. Altre
riportano alcune metodiche e finalizzazioni, ma
senza glifi. Vi sono inoltre evocazioni angeliche
molto simili, nella sostanza, ma in parte anche
nella forma, alle pratiche dell’Ordine martinezista
degli Eletti Cohen. Gli Arcana non sono stati
diffusi soltanto negli ultimi quattro gradi dei riti
egizi, ma anche in altri ambiti iniziatici
(Martinisti, neotemplari ecc.) Bisogna tuttavia
riconoscere che negli attuali contesti iniziatici,
anche d’impostazione massonica egizia, gli Arcana
non sono affatto praticati, sia in relazione alla
loro difficoltà interpretativa che alla
incompletezza rituale. Vi sono delle descrizioni dei
vari aspetti degli Arcana, nella massoneria
settecentesca, che ci sono pervenute storicamente.
René Le Forestier riporta che nel Capitolo dei
Cavalieri dell’Aquila Nera (C.B.C.S) di
J.B.Willermoz (1763) così ci si rivolge al
recipiendario:“Il discorso che l’Oratore del
Capitolo indirizza al recipiendario gli insegna che
i simboli della Massoneria Azzurra hanno una
significazione ermetica; per esempio, la pietra
bruta rappresenta “la materia informe che bisogna
preparare”; la pietra cubica a punta piramidale
simbolizza “la materia sviluppata per la forma
triangolare come il sale, lo zolfo, il mercurio.
L’Oratore insiste sull’influenza dei segni dello
zodiaco e sulla potenza del nome divino. “ E’, gli
dice, in ciascuna delle case (del sole) che voi
dovete impegnarvi ad entrare, per abitarvi il
periodo necessario, e lavorarvi attirandovi la virtù
beneficente di questo astro luminoso, vivificando
tutta la materia preparata con questo metodo.”
In questo discorso, apparentemente oscuro, si
accenna alle metodiche di preparazione dei sette
sigilli o talismani planetari, testi caratteristici
di molti Grimoires che hanno sicuramente ispirato
gli Arcana. Ad un esame filologico, gli Arcana hanno
una notevole somiglianza con testi magico-rituali e
teurgici conservati dall’Or+Os+Eg+, come le
cosiddette Preghiere di Tommaso, la Preparazione dei
Sigilli Planetari o i Salmi Osiridei il che ci
riporta, ancora, all’ambito napoletano.
Alcuni Ordini Egizi epigoni hanno un quinto
quaderno, in cui si trasmette un’ordinazione
sacerdotale d’Apollo (Ra-Hélios), ma l’analisi del
testo ci riporta infallibilmente all’ambito
settecentesco, simbolico e pittoresco, ma
chiaramente moderno.
Ma di là dalla collazione dei testi o la ricerca
filologico-storica in questo particolarissimo ambito
esoterico-massonico, in che cosa consiste la teoria
(e la corrispondente pratica) iniziatica degli
Arcana? Nella loro globalità, se fossero completi,
non si discosterebbero affatto dagli assiomi
fondamentali della pratica ermetico-magica.
1.L’analogia micro-macrocosmica, per la quale
un’influenza spirituale di cui si desidera attrarne
la forza, si ottiene mettendo insieme analogicamente
tutto ciò che a questa particolare influenza
corrisponde simbolicamente, attraverso la conoscenza
della Signatura Rerum.
2.La simpatia e l’antipatia (in senso strettamente
energetico) delle forze, per cui si da valenza o si
contrasta una particolare influenza per dosarne gli
effetti.
3.Le pratiche di “storno” della reazione energetica
negativa, sempre collegata alla eventuale
realizzazione della forza evocata.
4.La necessaria preparazione della “materia” cioè il
potenziare la forza individuale (e nel contempo
universale) che è presente nell’uomo, attraverso una
purgazione (in senso chimico e non mistico) ed una
sublimazione [separando lunare] che doni “presenza”
e “visione” dei piani sottili.Si può terminare
questa rapidissima sintesi degli inserimenti
simbolico-iniziatici negli Ordini Egizi ricordando
che il Fr. Ragon, iniziato ai Nicotiniani , inserì
nel Rito di Misraim alcune conoscenze tradizionali
proveniente, attraverso il Concilio di Firenze, dal
mondo orientale greco-romano.
PER APPROFONDIRE
Il Conte di Cagliostro
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