"La
memoria del passato, le radici nel futuro"
Allocuzione del Ven.mo Gran Maestro, Fr.
Stefano Bisi
Carissimi fratelli, gentili signore, gentili ospiti,
A tutti voi va subito il mio affettuoso saluto e un sentito, forte grazie
per essere qui presenti in gran numero alla Gran Loggia del Grande Oriente
d’Italia di Palazzo Giustiniani.
Questo appuntamento lo sentiamo parte di noi e per questo i fratelli fanno
di tutto, anche con grandi sacrifici dal punto di vista familiare, economico
e lavorativo, per non mancare all’incontro annuale che rinvigorisce,
rafforza e rende più saldo il nostro Grande Oriente d’Italia e permette a
migliaia di uomini, di nazioni, regioni e orienti diversi di rivedersi,
abbracciarsi e condividere sublimi momenti di lavoro comune, solidarietà e
amore fraterno.
Il mio ringraziamento per essere qui va innanzitutto ai maestri venerabili
che sono il cuore pulsante della Comunione. Quelli che operano in piccoli
comuni e quelli che guidano officine di grandi città. Cercheremo di stare a
contatto tutti e con tutti, pronti ad ascoltare e felici di condividere
insieme ogni momento della nostra Gran Loggia. Stare insieme in Armonia, è
questo lo spirito che contraddistingue e deve sempre contraddistinguere i
liberi muratori.
Permettetemi di inviare un saluto anche ai tanti fratelli che avrebbero
voluto essere qui ma non lo possono fare. Uno per tutti, Giuseppe, un
fratello di Torino, che ha compiuto 104 anni ed è il nostro decano,
sicuramente uno dei massoni più longevi al mondo.
Siamo orgogliosi di avere liberi muratori come lui saldamente attaccati alla
Comunione, e come Aurelio che non si può muovere da Locri ma che unisce le
mani con noi in catena ed è virtualmente qui, presente con il cuore e con la
mente. Fratello fra i fratelli. Come Silvano di Massa Marittima, Mario di
Roma, Silvio di Bari e Aldo di Reggio Calabria, il vecchio partigiano che
giovanissimo abbandonò la sua città e la sua vita tranquilla per andare a
combattere sulle montagne per la libertà del nostro Paese. Per le nostre
libertà.
Questa è anche la prima Gran Loggia senza la nostra stimatissima segretaria
Daniela. La sua pluriennale preziosa opera negli uffici del Grande Oriente
d’Italia non potrà essere dimenticata. In suo ricordo qualche giorno fa nel
giardino del Vascello, abbiamo piantato un albero. Per non dimenticare.
Grazie, Daniela, da tutti noi! La tua benevola severità ci manca.
Carissimi Fratelli, quella di quest’anno è una Gran Loggia particolare e
sentita perché si celebra una ricorrenza molto importante per la Libera
Muratoria Universale. I suoi 300 anni di vita.
Tre secoli di storia sono davvero tanti per una scuola iniziatica che in
tutto il globo rappresenta una palestra di valori e di simboli che
consentono a tanti uomini di elevare la propria condizione spirituale e di
mettere a profitto questo intenso e interminabile lavoro interiore a favore
e per il Bene dell’Umanità.
Senza la Libera Muratoria il mondo sarebbe culturalmente e spiritualmente
più povero. Senza la Libera Muratoria non ci sarebbero gli Stati moderni e
democratici.
Senza la Libera Muratoria e l’opera e le idee illuminate di tanti uomini non
ci sarebbero i diritti e l’Uomo avrebbe continuato a vivere nell’oscurità.
Senza di noi e i mirabili principi di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza
sarebbe mancato il sale della Laicità, della Tolleranza, del dialogo, della
Democrazia. L’Uomo sarebbe rimasto un povero e triste prigioniero di
postulati e di verità imposte. Di dogmatiche e inammissibili apparenze.
Invece, tutto questo non è accaduto. Il vento impetuoso della Libera
Muratoria è soffiato forte su tutta la superficie della Terra spandendo i
semi fecondi di una sublime Istituzione che nessun tiranno, nessun regime, e
nessun sistema politico è riuscito a sottomettere, a piegare, ad abbattere.
Così è stato ieri, così è oggi, così sarà domani. Nessun regime potrà
riuscirci. Noi osserviamo, riflettiamo e non abbiamo paura di chi, dietro
una veste apparentemente democratica, cambia la pelle d’agnello e tira fuori
il vero volto e gli odiosi artigli della discriminazione per fare della
propaganda e del populismo in un momento delicato per l’Italia e gli
italiani.
Il libero muratore non tremola, non ha paura dei tanti beceri, rancorosi
lupi che abbaiano alla luna e vogliono fare credere una realtà che è ben
diversa. Totalmente diversa.
Il nostro mondo è lontano anni luce dall’oscurità e dalla malavita
organizzata, al contrario di quello che certe anime candide pensano di far
passare nell’opinione pubblica. Uomini e donne che pensano di fare
dell’Antimafia il loro emblema, il loro hashtag nella carriera politica e
che forse dovrebbero interessarsi maggiormente dei veri problemi dei
cittadini e non fare la caccia all’untore o alle streghe come accadeva nel
Medioevo.
Come siamo fatti lo hanno capito in tanti, ad esempio Franco Iacucci,
presidente della provincia di Cosenza e sindaco di Aiello, un piccolo borgo
che ha ospitato centinaia di Liberi Muratori per un convegno. Non sono tutti
come l’Antimafia. Ho detto fin dall’inizio alla Commissione e alla sua
presidente Rosy Bindi che noi siamo pronti a collaborare. “Fateci i nomi e
noi risponderemo”, affermai subito ad agosto dello scorso anno.
“Darei la vita per la cattura del superlatitante” aggiunsi. E Il mio non era
un tweed, né un facile slogan. Lo dissi di fronte a 50
parlamentari-inquisitori, a magistrati e ufficiali delle forze dell’ordine
distaccati all’Antimafia. Cinquanta contro uno nella patria del diritto. Si
è mai vista un cosa del genere? È pensabile che in una Repubblica piena di
equilibrati contrappesi esista una Commissione con poteri così spropositati?
Noi crediamo di no, che questo non sia giusto per qualsiasi cittadino o
associazione. Non si può essere potere legislativo e potere giudiziario
insieme.
Non si può.
Sono voluti andare avanti. Non è bastato quello che ho detto. Non è bastata
la disponibilità mostrata.
No, vogliono gli elenchi a tutti i costi, perché il loro obiettivo primario
è uno solo: vedere chi è iscritto al Grande Oriente d’Italia. Un’ossessione
dura a morire. Viene da lontano. Ce l’aveva l’Inquisizione, ce l’hanno i
regimi totalitari. Ce l’ha avuta un magistrato nel ’92. È stato battuto dai
suoi stessi colleghi. Ce l’ha questa Commissione Antimafia.
Carissimi fratelli, questa vicenda ci ha lasciato una profonda ferita
nell’anima. A me e a tutti voi. Soprattutto a chi ha vissuto le oltre
quattordici ore di perquisizione della sede del Vascello da parte dello
Scico della Guardia di Finanza. Sono arrivati alle 16 del primo marzo. Se ne
sono andati alle 6.30 del 2 marzo. Quando si è chiuso il portone sono
rimasto solo. Ho pensato e mi sono detto: questa violenza ci rende ancora
più forti e non fa perdere il sorriso e la certezza di essere dalla parte
della ragione.
Non ci fa perdere fiducia nella Repubblica che lo scorso anno abbiamo
celebrato con tanti convegni in giro per l’Italia. Ci hanno voluto ferire
profondamente nell’anima. E le ferite dell’anima non si cicatrizzano. Mai.
Non ci dimenticheremo il primo marzo del 2017, ma quel taglio nell’anima per
noi ha assunto la forma di un sorriso. Da questa vicenda il Grande Oriente
d’Italia esce più forte, più unito, più determinato. Il primo marzo di ogni
anno sarà per noi la giornata dell’orgoglio massonico.
Di certo, non possiamo permettere un simile scempio, una simile violazione
della Costituzione e dei più elementari diritti. Con il nostro collegio
difensivo, guidato magistralmente dall’avvocato Giuseppe Zupo, abbiamo
denunciato e denunceremo nelle sedi competenti queste violazioni e
tuteleremo i nostri fratelli in ogni luogo. Ci vogliono umiliare, ci
vogliono far piangere, ma le lacrime dei Liberi Muratori non spengono il
Fuoco della Libertà. Anzi, lo alimentano.
A voi fratelli della Sicilia e della Calabria, a voi va il nostro
apprezzamento, la nostra riconoscenza e una forte vicinanza. Io mi sento
massone calabrese. Noi ci sentiamo massoni calabresi. Io mi sento massone
siciliano. Noi ci sentiamo massoni siciliani. Fratelli, state tranquilli:
non lasceremo nulla d’intentato per salvaguardare i vostri e i nostri
diritti. Che sono innanzitutto i diritti di tutti i cittadini. Andremo in
ogni sede, italiana ed europea.
Lo dico forte e chiaro: la Massomafia vadano a cercarla altrove. Questo
infame e mortale germe non abita tra di noi. L’ha detto anche don Luigi
Ciotti quando mi ha telefonato per chiarire la sua frase sbagliata sulla
Massoneria. Ci sono poche persone che quando dicono una cosa errata hanno
poi il coraggio e la forza morale di chiarire. Don Luigi, che stimo per
quello che ha fatto e che fa, ha scritto anche una bella lettera e ha
ricordato quello che anche noi facciamo per il bene degli ultimi.
Da una polemica rovente può nascere qualcosa di bello. La n’drangheta ha
fatto tante vittime e anche noi annoveriamo fra i martiri della legalità
degli stimati fratelli. Come Nicola, medico-chirurgo in Calabria, ucciso da
un boss perché non riuscì a guarire la figlia. Come Gianluca ucciso una sera
del maggio 2005 a Siderno. Questo giovane imprenditore che non si è piegato
ha pagato con la vita il suo gesto. Era un fratello del Grande Oriente
d’Italia, così come il padre Mario che saluto ed abbraccio con affetto. E al
fratello Mario dico: facciamo qualcosa per ricordare Gianluca e il suo
coraggio di uomo e di libero muratore.
E Tonino Salsone, nostro Fratello, da adolescente ha visto spirare il padre
tra le sue braccia, colpito a morte da una cosca, soltanto perché faceva il
suo dovere di guardia carceraria.
Nicola, Gianluca e poi Arnoldo Foa’, Enzo Maiorca che abbiamo ricordato…
Fratelli… Sento forte dentro di me l’orgoglio e la gioia di essere, come
loro, libero muratore della più antica comunione d’Italia.
Penso a loro, che hanno scelto di far parte di una scuola perenne di vita,
una palestra di valori in cui allenare e fortificare lo spirito e rendere se
stessi e gli altri uomini migliori.
E anche nel ricordo di tanti fratelli abbiamo difeso e difenderemo il
diritto all’associazionismo, alla partecipazione. Questa non è solo la
nostra battaglia, ma è la battaglia di tutti, di tutti gli uomini liberi.
C’è uno scritto, attribuito a Bertold Brecht, le cui parole devono indurci a
stare vigili: “Prima di tutto – disse – vennero a prendere gli zingari, e
fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e
stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano
fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente,
perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era
rimasto nessuno a protestare”. Un messaggio forte che in tutte le epoche gli
uomini devono ricordare e salvaguardare, perché la storia dell’Uomo è piena
di orrori e abusi.
Ma noi, da sentinelle dei diritti e fari di libertà, da alfieri delle
libertà, non chiniamo il capo e non abbiamo motivo di doverlo cospargere di
cenere. Questa battaglia in forza del diritto noi la faremo più forte che
mai.
La Libera Muratoria esiste da trecento anni, dai suoi primi passi è riuscita
ad espandersi in Europa e in America diventando un porto sicuro per tutti
gli uomini liberi che cercano d’incamminarsi con coraggio, vigore e
perseveranza sul sentiero del lavoro spirituale e nel mondo.
Noi uomini e massoni, noi alfieri delle libertà del terzo millennio siamo
chiamati a guardare il passato sempre con attenzione e senza spocchiosa e
futile vanagloria, tenendo conto delle contingenze del presente.
Dobbiamo rendere sempre più robuste le nostre radici, che sono proiettate
nel futuro. Per altri 300 anni e più. E come possiamo e dobbiamo farlo? Il
Grande Oriente d’Italia vuole dare il suo contributo alla vita del Paese,
tenendo conto che restiamo prima di tutto un ordine iniziatico. Vuole farlo
attraverso la promozione della Cultura che resta un percorso ineludibile per
giovani e meno giovani.
Vuole farlo attraverso la promozione di temi che sono sempre più al centro
dell’interesse dei cittadini. Non si può più pensare che il testamento
biologico o il fine vita siano elementi ai quali si può rinunciare oppure
dilatarne all’infinito la necessaria ed urgente regolamentazione.
C’è e va tutelato il diritto alla vita ma bisogna rispettare anche il
diritto di chi non vuole più soffrire. E le forze laiche del Paese, come
noi, hanno il dovere di pungolare le coscienze. Pensate: c’erano più
parlamentari ad interrogarmi in Antimafia che alla Camera per parlare del
“fine vita”.
Cosi come abbiamo il dovere di insistere perché i giovani, e lo dico senza
paternalismi, abbiano una Scuola che li segue e li fa crescere. Intendiamo
essere tenaci sostenitori di coloro che daranno priorità alla Scuola che per
noi dev’essere né buona né cattiva, ma semplicemente la scuola di tutti.
Pensiamo che debba essere un laboratorio di speranza. Non sta a noi dire se
la colpa di avere una scuola così così sia di questo o dei governi passati;
non sta a noi giudicare se il ministro della Pubblica Istruzione è
all’altezza del ruolo o meno. Ma sta a noi sicuramente il compito di
vigilare e stimolare le coscienze.
Perché si può parlare di crisi, di risorse che mancano ma sulla Scuola non
ci devono essere deviazioni e tergiversamenti di sorta. Un Paese
culturalmente povero è la tomba per i giovani e per tutti noi.
E poi il lavoro. Il compito di una buona classe dirigente e’ quello di
favorire lo sviluppo del lavoro ed assicurare dignità ad ogni uomo. È
scritto nella Costituzione. Anche qui, non vogliamo e non dobbiamo fare i
sindacalisti, ma è palese che il problema lavoro sia diventato complesso e
da anni non si riesca a trovare una credibile soluzione che possa favorire
lo sviluppo e impedire la continua emorragia di posti di lavoro.
Chi lo perde ha difficoltà a ritrovarlo e i giovani tardano ad essere
inseriti nel circuito e in molti perdono anche la speranza. È così che si
affievoliscono le sicurezze, che si indeboliscono i valori e si minano le
fondamenta del tessuto sociale.
Ma c’è qualche raggio di luce. Un imprenditore umanista come Brunello
Cucinelli, da un piccolo centro dell’Umbria, ha in qualche modo indicato la
via da seguire nell’era della globalizzazione. Riflettiamoci. “Nella mia
vita – ha scritto – ho sempre coltivato un sogno: quello del lavoro utile
per un obiettivo importante. Sentivo che il profitto d’azienda, da solo, non
bastava a realizzare questo mio sogno, e che un fine più alto doveva essere
ricercato. Ho ascoltato la parola sapiente e commossa di san Francesco, san
Benedetto, Kant, Marco Aurelio, Socrate e Seneca ed ho capito che il valore
economico è nullo senza quello umano, dal quale pertanto il primo non può
prescindere. Il lavoro, inteso come espressione del valore umano, diviene
anch’esso partecipe di spiritualità, e consegue il fine superiore del vero
bene, anche attraverso il rispetto rigoroso dell’azienda”.
L’istruzione, il lavoro, la solidarietà. La Libera Muratoria è anche
solidarietà. E il Grande Oriente d’Italia ne ha fatta e ne fa parecchia. Con
i suoi centri che in tutta Italia sollevano in qualche modo i disagi dei
bisognosi e degli indigenti. Lo fa con la passione e il sacrificio di tante
persone che prestano gratuitamente e per amore del prossimo il proprio
tempo. E cosa c’è di più bello che aiutare chi è meno fortunato.
Lo ha fatto finanziando l’illuminazione del campo sportivo che ci hanno
chiesto i ragazzi di Norcia e il sindaco Nicola Alemanno. Posso darvi una
buona notizia: la Soprintendenza ha dato il via libera, abbiamo firmato la
convenzione con il comune. Qualche firma e si può partire con i lavori.
Sarà bello ridare la luce ed una gioia nell’anima di chi è stato provato
duramente dal terremoto. E ne faremo altre di iniziative per i giovani
colpiti dal sisma, con le risorse raccolte dai Fratelli.
La Libera Muratoria siamo noi, carissimi fratelli, siamo tutti noi con le
nostre capacità intellettuali e operative, con le nostre debolezze e le
nostre certezze. Un giovane poeta ha scritto una poesia. Sembra fatta per
noi:
“Non siamo perfetti, ma siamo pieni di voglia di vivere. Non siamo
onnipotenti, ma possiamo scegliere la nostra vita. Non siamo immortali, ma
possiamo lasciare ai posteri qualcosa di speciale. Siamo piccoli e fragili,
ma possiamo sostenere pesi incredibili. Siamo solo ciò che noi vogliamo
essere. Siamo parte dell’universo, e l’universo è infinito”.
In queste parole anche noi iniziati possiamo rispecchiarci e riflettere sul
senso della vita e sul nostro modo speciale di aiutare l’Umanità come i
liberi muratori sanno e devono fare.
A tutti, con il cuore in mano, ferito, un cuore profondamente ferito, ma con
l’orgoglio di rappresentare tutti voi, dico con forza, con rabbia, con
determinazione ma anche con un sorriso: viva la Libertà, viva il libero
pensiero, viva il Grande Oriente d’Italia.
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