"I
doveri dell'uomo, i diritti del mondo"
Allocuzione del Ven.mo Gran Maestro, Fr.
Stefano Bisi
Amatissimi Fratelli, gentilissime signore, gentili signori, graditi ospiti,
Grazie a tutti di essere qui. Per noi liberi muratori è un preciso dovere e
un diritto partecipare ai lavori annuali della Gran Loggia che si svolgono a
Rimini. Fa parte del nostro quotidiano impegno di essere massoni e della
consapevolezza di doverci continuamente migliorare con il confronto, con il
dialogo, che fanno crescere la nostra Comunione, che in Europa continua con
il vento in poppa la sua fase di arricchimento numerico e qualitativo delle
colonne. Ad oggi i liberi muratori del Grande Oriente d’Italia sono 22.703 e
sono presenti in tutte le province italiane. Da qualche settimana anche a
Matera.
Purtroppo, dopo tanti anni, ci manca il sorriso di Renato Boeri, passato
all’Oriente Eterno il giorno di Pasqua.
Per gli ospiti, fra i quali numerosi familiari, amici, amanti del libero
pensiero e della laicità, oppure per chi si trova qui stasera per la prima
volta e vuole soddisfare la propria curiosità, è l’occasione per conoscere
da vicino la nostra meravigliosa storia, la nostra ultrasecolare
progettualità finalizzata, anche attraverso la solidarietà, e il lavoro nei
templi ed esterno, esclusivamente a beneficio dell’Uomo e della Società in
cui vive.
Stasera e negli altri due giorni di lavori in questo Palacongressi tutti Voi
potrete vedere migliaia e migliaia di volti. Sono quelli di tantissimi
fratelli, massoni volenterosi e laboriosi che non usano cappucci per
nascondersi, e che orgogliosamente indossano un grembiule, dei guanti
bianchi e mostrano uno straordinario senso di appartenenza alla Massoneria
del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. Sono certo che chi lo vorrà
potrà conoscere la Libera Muratoria Universale come essa è realmente,
bandendo tutti gli stereotipati, spesso beceri ed accusatori, luoghi comuni.
Non tutti i fratelli del Grande Oriente sono qui. Molti sono a casa o negli
ospedali. Ne ricordo uno, per tutti. Si chiama Francesco, combatte una
battaglia dura, ma la vincerà.
I liberi muratori sono uomini di ieri, di oggi e di domani. Sono uomini
della Tradizione e di una nobile Arte, sono uomini senza tempo e senza età
che vanno perennemente ad una scuola speciale, dove si insegnano le dure
materie della fratellanza, dell’umiltà, della tolleranza, della solidarietà,
dell’amore e dove, attraverso una lunga e paziente pratica, si
rinvigoriscono le virtù e si dominano, non senza fatica, i vizi.
Noi Massoni siamo eterni operai di un cantiere infinito. Ognuno ci mette la
propria passione, il proprio impegno, il coraggio, i propri talenti. Noi
Liberi Muratori siamo come Alberto, che viveva nelle montagne del Casentino.
Da vecchio non riusciva più andare in loggia. La sera della tornata si
chiudeva nella sua stanza e leggeva il rituale da solo.
Noi siamo come Silvano, 92 anni, di Massa Marittima. Mi ha detto: “Alla mia
età mi devo fermare”. Ha 92 anni. Ma con il cuore c’è. È qui con noi.
Siamo come Michele di Vasto, in Abruzzo. Un anno e mezzo fa durante una
tornata rituale fece una domanda insolita al maestro venerabile: “Vorrei
abbracciare il gran maestro”. Aveva capito che il suo gran maestro, in quel
momento più che mai, aveva bisogno di un abbraccio fraterno. Noi siamo come
il mitico Masuccio di Alghero. Come Aurelio di Locri, che ogni mattina con
una mail augura ai fratelli una buona giornata dal cuore della Calabria, di
quella regione che avrebbe sostenuto la mia elezione con la forza della
‘ndrangheta, è stato detto. Vergogna, vergogna, vergogna.
Michele, Aurelio, Silvano, Francesco, Masuccio sono virtualmente presenti.
Noi siamo questi, i liberi muratori del terzo millennio sono questi.
Le nostre coscienze sono pulite, così come le nostre azioni e le nostre idee
che in questo difficile momento sono rivolte all’Italia, la nostra
meravigliosa Nazione.
Noi del Grande Oriente, pensiamo con forza e intatta fiducia alla nostra
amata Repubblica che fra qualche mese compirà 70 anni. Una bellissima
signora in abito tricolore che merita ammirazione, dignità e rispetto. Come
merita dignità e rispetto la nostra Costituzione, nei cui articoli sono
elencati in maniera chiara ed efficace, senza interpretazioni e vacui giri
di parole, gli ineludibili e sacri principi di libertà, uguaglianza,
solidarietà, fratellanza. Una “Costituzione da amare”, come l’amò Meuccio
Ruini, massone del Grande Oriente d’Italia, e presidente della Commissione
dei 75, che partecipò alla redazione della Carta insieme a tanti altri padri
nobili.
È anche per ricordare il loro grande esempio e la loro infinita aspirazione
di dare all’Italia un futuro di pace e serena operosità, che noi uomini del
Grande Oriente d’Italia abbiamo sentito e sentiamo particolarmente questa
ricorrenza, ed abbiamo inteso celebrarla adeguatamente organizzando una
significativa serie di convegni in tanti luoghi simbolo del Paese. Luoghi di
lavoro e di diritti al lavoro come Terni e Piombino. Luoghi di integrazione
come la moschea di Colle Val d’Elsa. Luoghi di spiritualità come il tempio
valdese di Torre Pellice.
Luoghi in cui ri-unire l’Italia e non ri-dividerla, come Reggio Calabria
Lipari e il Sud. Luoghi in cui parlare di valori e di principi da
perseguire. Per parlare di cultura, scuola, merito, diritti. Parlare di un
nuovo sogno possibile: quello di contribuire tutti insieme alla rinascita
del nostro Paese. Nei nostri piccoli e grandi comuni, sul mare e in montagna
facciamo tutti e spediamo nel mondo un gigantesco selfie con l’hashtag #ioamolaRepubblica,
io sono l’Italia. Un’Italia che deve diventare il laboratorio della
speranza, come ci ha invitato a fare il presidente del consiglio Matteo
Renzi.
Rispondiamo così, rinnovando l’amore per l’Italia, a chi pensa che con la
globalizzazione e l’Era del virtuale l’identità nazionale sia roba da
mettere in secondo piano assieme ai forti valori sui quali è nata la nostra
nazione e sui quali dobbiamo batterci per consentire al Paese di avere un
futuro solare e che tuteli i diritti di ogni uomo.
Come ha fatto Marco Pannella, paladino dei diritti umani e civili.
E a proposito di diritti, noi del Grande Oriente d’Italia da tempo ne
reclamiamo uno a gran voce: nel pieno rispetto delle Leggi e con
un’inesauribile energia, non ci stancheremo mai di rivendicare la piena
attuazione di quell’accordo con il Senato e il Ministero delle Finanze che
ci riconoscevano dopo anni di lettere e carta bollata, quei 120 metri quadri
di Palazzo Giustiniani, la nostra antica e amata casa, per realizzare il
museo della Massoneria italiana.
Ebbene, noi quel museo lo desideriamo più di ogni altra cosa. Noi quel museo
lo vogliamo fare! Ecco perché stiamo percorrendo tutte le vie possibili e
siamo pronti anche ad esperire quella di ulteriori azioni pur di ottenere
quello che ci spetta. Dobbiamo realizzarlo il Museo della Massoneria in
memoria e in segno di eterna gratitudine per tutti gli uomini che hanno
contribuito a fare l’Italia. Uomini coraggiosi, forti e saggi come il Gran
Maestro eletto Achille Ballori che, come si è potuto sentire nella bella e
drammatica ricostruzione curata dal nostro appassionato bibliotecario Dino
Fioravanti, in quel palazzo perse la vita per mano armata di un folle cui
qualcuno aveva fatto credere che i suoi problemi derivavano dalla
Massoneria. Queste sono le chiavi di quel palazzo. Le abbiamo ritrovate
durante un trasloco. Con queste chiavi il nostro fratello Mario Sacconi ha
chiuso per l’ultima volta quella porta. Mario ha novant’anni, vive a Roma.
Mi dice spesso: “Gran Maestro, vorrei tornare a Palazzo Giustiniani prima di
passare all’oriente eterno”. E Mario ci deve tornare. deve essere lui a
riaprire quella porta. Dobbiamo farlo per lui. Mario è al telefono, ora,
collegato con tutti voi. Vi vuole salutare…
Quella porta vogliamo riaprirla per Mario ma anche per tutti noi. Ce lo
meritiamo. Sì, possiamo gridarlo ad alta voce senza paura di nessuno, noi
liberi muratori del terzo millennio lo meritiamo ampiamente per l’impegno,
il coraggio e la passione che ci mettiamo e continueremo a mettere. Lo
meritiamo per il grande cuore che abbiamo dimostrato di possedere e per la
nostra benefica azione che da qualche tempo è vista sotto una luce diversa,
e direi significativa, anche da chi ci ha persino scomunicati.
Noi non siamo una Religione né una Chiesa, né vogliamo diventarlo. Siamo
solo una grande Istituzione che oggi viene guardata senza pregiudiziali
anche dalla Chiesa. Come non essere lieti del fatto che il cardinale
Gianfranco Ravasi ha scritto di dialogo con i massoni, di valori comuni e
condivisi sui quali confrontarsi superando ottuse chiusure e abbandonando i
pregiudizi e le accuse del passato. Ho risposto al Cardinale manifestando
l’importanza storica della sua riflessione ed auspicando l’avvio di un
fecondo dialogo che per i massoni è sempre stato alla base di ogni serena,
pacifica, civile e necessaria convivenza.
Sono sempre più convinto che il cardinale abbia avuto un grande coraggio nel
riflettere, senza pregiudizi, sulla Massoneria. E noi, pur mantenendo ferma
la nostra identità e il rifiuto di ogni dogma, non possiamo non avere
altrettanto coraggio cercando un dialogo fra forze che operano per il Bene
comune. La Libera Muratoria non è contraria alla Chiesa, rispetta tutte le
Religioni e il credo dei propri iscritti.
Non è più tempo di aprioristiche divisioni e non è più tempo di crociate e
inquisizioni contro niente e nessuno. Oggi, le Istituzioni spirituali e
laiche, devono unirsi, lottare insieme per sconfiggere il terrorismo e i
fanatici spacciatori di odio e di morte che vogliono seminare distruzione e
paura in Europa e in altre parti del Mondo. Gli uomini invece devono
rispettare tutti gli uomini, e garantire i diritti di tutti. A partire da
quello alla vita e ad un’esistenza degna per qualsiasi essere umano. E gli
uomini devono rispettare i diritti della Terra, salvaguardandola ed amandola
come una madre, e senza saccheggiarne le risorse come è stato fatto da
troppo tempo.
Noi liberi muratori, siamo consapevoli di avere gli stessi diritti degli
altri uomini ma anche più doveri rispetto ad essi. Ecco perché abbiamo
scelto questo impegnativo tema quest’anno come titolo dei Lavori della Gran
Loggia del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. È quanto di più
attuale, di più sublime, ma anche di più problematico allo stesso tempo si
possa discutere e mettere in pratica. I Doveri dell’Uomo e i Diritti della
Terra sono strettamente legati. Sono qualcosa che riguardano tutti noi,
tutta l’Umanità, e che dobbiamo sentire vivi e pulsanti dentro di noi.
Doveri e Diritti che dobbiamo avere veramente a cuore, che dobbiamo
perseguire con forza e vigore, che dobbiamo attuare e difendere: da quelli
civili e politici, a quelli economici, sociali, al lavoro, all’istruzione,
al diritto alla salute, fino a quello della Vita.
Doveri e Diritti che sembrano scontati e che invece ancora oggi sono spesso
oscurati dalle nebbie della Ragione.
Ci sono tanti report dell’Onu, dell’Unicef, di Amnesty, e di altri organismi
internazionali che parlano purtroppo in modo sin troppo crudo e che ci
devono fare riflettere ed agire senza zone d’ombra per ripristinare il Bene
dell’Uomo dove manca del tutto o in parte. A partire dai diritti
dell’infanzia. Bambini e bambine, per esempio, nel mondo, sono violati
nell’età più bella dal turpe fenomeno dell’arruolamento per farne dei
soldati bambini. I conflitti armati condotti da forze ribelli o da milizie
governative li costringono a combattere, a portare rifornimenti, a fare da
scudi umani. Tutti abbiamo visto anche le immagini scioccanti di bambini che
imbracciano delle armi e sparano uccidendo in nome dell’Isis. L’Umanità non
deve e non può consentire che si servano di essi per far passare tali
messaggi disumani e angoscianti.
C’è anche l’altra piaga mondiale dello sfruttamento del lavoro minorile e
quella ancora più abietta dell’abuso dei minori a scopo sessuale. Crimini
orrendi che ci devono fare riflettere, indignare e soprattutto costruire in
tempi non biblici un domani migliore per tutta la gioventù del mondo. Così
come, e qui, i numeri sono drammaticamente esponenziali come un pozzo senza
fondo che finisce nelle viscere della Terra, non possiamo non pensare a quei
milioni e milioni di esseri che tutt’ora patiscono la fame e la sete. Che
muoiono per denutrizione e malattie.
Ma in tema di diritti da assicurare, la mente di ogni uomo non può più
ignorare, e la coscienza dei capi di stato non può non illuminarsi, di
fronte alla sempre più drammatica questione dei rifugiati. Una vicenda che,
lontana dal trovare una seria ed umana soluzione condivisa, vede una
moltitudine impegnata ancora a parlare solo e soltanto di quote, come si
faceva anni fa con le famose quote latte. Peccato che si tratti di vite, di
bambini, di uomini e donne, Noi liberi muratori vogliamo una più umana
considerazione.
Non ci sono ultimi della Terra, ma primi doveri nei confronti degli ultimi!
Così come dobbiamo avere tutti una maggiore e piena consapevolezza dei
diritti della Terra. Un grande e saggio capo pellerossa, in una toccante
lettera indirizzata ad un presidente americano, rispose così a chi gli
chiedeva di vendere dietro compenso le terre dei suoi avi: “Non è la Terra
che appartiene all’Uomo, è l’Uomo che appartiene alla Terra”.
Queste bellissime parole ci devono fare meditare su un altro grandissimo
tema che riguarda tutti noi e il futuro del Pianeta, a rischio per mano ed a
opera dell’Uomo, un essere capace di compiere straordinarie imprese ma anche
inqualificabili follie.
Abbiamo sconvolto il sistema ecologico, il clima, inquinato fiumi e mari. E
di fronte a tutto questo, di fronte all’esplosione demografica di alcune
zone del globo ed alla crescente richiesta di cibo che tante popolazioni non
hanno, a discapito di altre che sono meno affollate e più ricche,
continuiamo ancora a pensare in modo egoistico e cercando di fare solo gli
interessi di alcuni popoli a discapito di altri.
No, carissimi fratelli, la Massoneria è Universale come la Terra e deve
riunire ciò che è sparso. Battersi per favorire prospettive di crescita che
possono coniugare le esigenze della Terra e quelle dell’Uomo, cancellando
tante ingiustizie e iniquità che mettono a rischio tutti i possibili futuri
del Mondo.
Potrà dirsi, oggi più che mai, veramente saggio l’Uomo che si renderà
protagonista di un tale sviluppo per l’Umanità. Noi massoni, abbiamo le
capacità e le forze per farlo, grazie all’interminabile catena d’amore e
solidarietà che la Libera Muratoria è in grado di sollevare in qualsiasi
momento, al contrario degli odiosi muri dell’odio e della separazione, in
ogni angolo della superficie terrestre. Con orgoglio e responsabilità
gridiamolo orgogliosamente a tutti: La Massoneria è Vita ed è Bellezza. È
emozione. Dove c’è un massone, anche un solo massone, c’è sempre un
difensore del diritto ed una fondata speranza di lavorare sempre per una
causa giusta.
E i liberi muratori per fortuna sono tanti e decisi nella loro Arte Reale.
Hanno braccia solide e la nobile dignità impressa nelle facce dei marinai di
Fabrizio De Andrè, in quell’autentico capolavoro degli anni Ottanta che è la
canzone “Creuza De Ma”, che significa “Vicolo di mare”. Essi partono da quei
vicoli, navigano, pescano e fanno ritorno a casa. Sono diversi ma
affratellati da usi, ritmi, gesti, vocaboli che si sono miscelati e
uniformati. Dalle coste del Nord Africa, a quelle balcaniche, elleniche e
mediorientali, le città di mare che si affacciano sul Mediterraneo hanno
culture e porti diversi ma in esse batte uno stesso cuore antico ed
universale. Unico e coraggioso come quello della Libera Muratoria e della
sua necessaria, ed ineguagliabile Tradizione.
Noi liberi muratori siamo come le Farfalle, abbiamo due ali, quella della
passione e quella della ragione. Voliamo, come le Farfalle, con Forza,
Coraggio e rinnovato Vigore.
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