"Swa eyn vriund" Spervogel secolo XII |
L'iniziazione massonica è solare. Le feste solstiziali si riferiscono ai due momenti fondamentali di essa: l'Annuncio della Luce e la testimonianza della Luce con il «sacrificium», la consacrazione. Il Solstizio d'inverno cade il 27 dicembre, nel giorno che ricorda Giovanni l'Evangelista, che non è la Luce, ma che annunzia la Luce con la dottrina del Verbo; ed è la Festa della Speranza. Il Solstizio d'estate ricorre il 24 giugno, nel giorno che ricorda Giovanni Battista, che non è la Luce, ma la testimonianza della Luce; ed è la Festa della Riconoscenza. Le Feste Solstiziali hanno origine antichissima... Il documento che presentiamo ai nostri ospiti è opera d'ingegno di Nicola Ariano ed è stato pubblicato in "L'Incontro delle Genti" anno XXVII gennaio-febbraio 1987. Ogni diritto è riconosciuto. © Nicola Ariano La libera circolazione del lavoro è subordinata all'indicazione di fonte (completa di Link) ed autore. |
L'iniziazione massonica è solare. Le feste solstiziali si riferiscono ai due momenti fondamentali di essa: l'Annuncio della Luce e la testimonianza della Luce con il «sacrificium», la consacrazione. Il Solstizio d'inverno cade il 27 dicembre, nel giorno che ricorda Giovanni l'Evangelista, che non è la Luce, ma che annunzia la Luce con la dottrina del Verbo; ed è la Festa della Speranza. Il Solstizio d'estate ricorre il 24 giugno, nel giorno che ricorda Giovanni Battista, che non è la Luce, ma la testimonianza della Luce; ed è la Festa della Riconoscenza. Le Feste Solstiziali hanno origine antichissima. Gli Indù definivano il Solstizio di inverno «deva-yana = porta degli Dei» (Dio, dei, divi sono termini la cui radice indo-europea, deiwo, significa Luce), cioè «Porta di Luce». Porta da cui ha inizio la crescita della luce, cioè la fase espansiva della luce, la progressiva divinizzazione dell'Uomo; dell'Uomo che, uscito dalla «Porta dei Padri», durante la stasi estiva, «sonno degli Iniziati», sonno della rimeditazione onirica dei lavori compiuti nel Tempio, affronterà le esperienze nelle problematiche del piano materiale, per riscattarsene e accedere nuovamente al mondo della Luce, attraverso la «Porta degli Dei». Gli Indù definivano il Solstizio di estate «Porta dei Padri»; l'Iniziato è Padre, è l'uomo integrale ed integrato in tutti i suoi poteri fisici, animici e spirituali, che è creatura e creatore di se stesso. «Più di una volta – dice Plotino nelle Enneadi - uscito dal sonno del Corpo, essendomi ridestato e fattomi intimo a me stesso, ho la visione di una bellezza meravigliosa. E credo allora, come non mai, di appartenere ad un più alto retaggio». Il processo di perfezionamento dell'Uomo, al quale accenna Plotino, non è senza fine: l'Io si risolverà nel Se immortale al completamento dei cicli delle esperienze e l'iniziato avrà stabile dimora nel Regno della Luce; questo è l'insegnamento gnostico della dottrina di alcuni gradi del R.S.A.A. I Solstizi, in antichi Miti, erano definiti «Porta», perché indicavano veri passaggi cosmici, «salti» di condizioni di luce, e, analogamente, esistenziali sul piano umano. I due Solstizi, infatti, rappresentano fisicamente due particolari momenti dello stesso movimento terrestre, quasi due tempi di arresto, e i due «Giovanni» rappresentano due fasi di un particolare processo spirituale, e quasi due periodi. Giovanni il Battista, è voce che grida nella solitudine: raddrizzare le vie del Signore! è il precursore della Luce redentrice, è l'alba intellettuale che nello spirito precede la comprensione della Grande Verità. Giovanni l'Evangelista, è colui che, raccolta la fiaccola del Trismegisto, precisa la dottrina del Verbo fatto Carne, e, sollevando il velo di Iside, segna l'Avvento della grande Verità. «Giovanni», dall'ebraico «Jehoh'annan» significa che «Jeho favorisce», come il nome Annibale, da H'anni-Baal, significa «favorito da Baal». Jeho e Baal non sono che i nomi e i titoli del Sole: il che spiega perché i giorni riservati a Giovanni, coincidono sensibilmente con i giorni «di arresto del Sole», della «Statio Solis”: 24 giugno-27 dicembre. I mistagoghi di Israele vedevano nel Sole, il Dio della Luce che illumina le intelligenze, ed è così che Jeho-h'annan, Giovanni, diviene sinonimo di uomo illuminato, onde il suo patronato delle corporazioni «muratorie» e delle logge. Quasi tutte le grandi Religioni, eccettuate quelle lunari dei Druidi, degli Ebrei e dei Musulmani, hanno il culto del Sole. Nella chiesa cattolica, il Sole è il simbolo del Dio manifesto, ossia del Cristo; nelle «pianete», nelle cerimonie solenni, troviamo il Sole ricamato in oro, così come nell'Ostia consacrata c'è il Sole sul quale sta il Cristo crocifisso; anche il «Ciborio» è in forma di Sole, dorato; lo stesso simbolo ritroviamo in Mitra. Va precisato che la chiesa cattolica ha abolito il culto solare, perché non è al «bel pianeta che ad amar conforta», ma al Cristo, da esso rappresentato, che va reso il culto; però ha conservato integro l'esoterismo magnifico dello stesso culto. Le Feste solstiziali ricordano che Giovanni, o come Precursore (Battista), o come Confessore del Logos (Evangelista), è, logicamente, in ambo i casi, l'esponente tanto del Logos che nasce, quanto del Logos che trionfa. La Comunione Massonica Italiana celebra anche le festività degli Equinozi, inizi e termini dei cicli di espansione della Natura che nel suo eterno divenire rappresenta l'epifania del Divino. Essi sono celebrati in quanto riferiti ai due momenti fondamentali del Rito di Iniziazione: il «regressus ad uterum» nel gabinetto di riflessione – Vitriol – e la caduta della benda dagli occhi. L'Equinozio (aequus, «uguale» – nox, noctis «notte») segna l'equilibrio fra il giorno e la notte. L'Equinozio di Primavera segna l'equilibrio a vantaggio della Luce che procede nel suo corso di espansione fino al Solstizio di Estate; quello di Autunno segna l'equilibrio a vantaggio delle tenebre, del buio che bisogna attraversare per approdare alla «Porta della Luce», Solstizio di Inverno. L'attraversamento delle tenebre è la «catabasi» mistica: «descensus ad inferos» oppure «regressus ad uterum»; «catabasi», fra le cui rappresentazioni archetipe ricordiamo, la capanna dei riti tribali, l'eremita nella foresta, l'esperienza di Giona nella balena, la discesa degli Eroi greci nel mondo dei morti. Nel rito massonico, la «catabasi» ha inizio nel buio del gabinetto di riflessione, ove l'iniziando compie il primo dei viaggi che immettono nel cammino verso la Luce, che gli sarà mostrata togliendo la benda dagli occhi. Quante diverse leggende che tanti diversi miti raccontano da tempi remoti! Ma ogni mito con la rituale rappresentazione variegata dalla propria favola, nasconde, vela l'unica verità: la stessa verità che è nascosta nella leggenda di Hiram, e che alita nel Tempio della Massoneria e dirige i lavori muratori nelle festività degli Equinozi e dei Solstizi. |