Una decina di anni addietro i giornali diedero la notizia di una scoperta clamorosa, accolta con entusiasmo dalla comunità scientifica. «La Repubblica» del 27 aprile 1994 riferiva che «Un team di quattrocentotrentanove scienziati internazionali ha (...) annunciato ieri di aver finalmente raggiunto le prove del 'top quark': anello mancante nella teoria della materia e dodicesimo quark, la cui esistenza era stata da tempo teorizzata, e anche in parte dimostrata dal premio Nobel Carlo Rubbia nel 1984, ma mai in modo inconfutabile. La scoperta (...) è il risultato di una serie di esperimenti condotti nell'acceleratore di particelle, un tunnel sotterraneo di sei chilometri di diametro, del laboratorio intitolato a Enrico Fermi, a Batavia nell'Illinois. Qualcuno del team parla di risultato rivoluzionario». «Quark», da qu[estion m]ark, «punto interrogativo» e figurativamente «cosa ignota o inconoscibile», è una parola di significato indeterminato usata da J. Joyce nella frase «three quarks for Muster Mark» del romanzo Finnegan's Wake (1939); ed è anche la denominazione data nel 1964 dal premio Nobel per la fisica M. Gell-Mann ai costituenti fondamentali della materia « adronica», cioè di tutte le particelle osservate che sono soggette alle interazioni forti. «I quark esistono in sei differenti versioni chiamate sapori: up, down, strano, incanto, alto ('top') e basso; vi sono anche i sei corrispondenti antiquark. Dalle diverse combinazioni di questi dodici quark dovrebbe risultare tutta la materia» (La Repubblica», cit.). Fino ad oggi, lo stato della ricerca poteva essere così riassunto: «L'esistenza di tali costituenti è attestata da numerose evidenze sperimentali, per quanto non siano mai stati osservati quark isolati, nonostante gli innumerevoli tentativi di rivelarli con tecniche diverse: tale circostanza ha portato a formulare una teoria delle interazioni forti, detta cromodinamica quantistica, che attribuisce il confinamento dei quark all'interno degli adroni osservati a meccanismi legati a un numero quantico interno, detto colore. In base alle proprietà osservate i quark sono fermioni (hanno cioè spin 1/2) e hanno carica frazionaria, pari a — 1/3 o 2/3 della carica del protone; ogni tipo di questo è replicato in tre colori. I tipi (o sapori, come si dice per distinguere questo numero quantico da quello di colore) di quark finora individuati sono 5, indicati con le lettere u, d, s, c, b, (...) Poiché la teoria corrente considera i quark come membri di doppietti di stati (u e d, c e s) si ritiene che al quark b sia associato un partner non ancora rivelato, il quark». (Cfr. Vocabolario della lingua Italiana, Istituto della Enciclopedia Italiana, III vol., 2° tomo, Roma 1991, p. 1237.)
Ora che l'intero «modello standard» prefigurato da Gell-Manu ha ricevuto il suo pieno riscontro, vengono spontanee alcune osservazioni generali che riguardano anche l'astrologia. Come si sa, il sette (i pianeti) e il dodici (i segni), risultato dell'addizione e moltiplicazione del tre (i modi, la trinità, il cielo) col quattro (gli elementi, i «quattro angoli del mondo», la terra), sono sempre stati considerati i numeri fondamentali, in astrologia e in tutte le tradizioni esoteriche. Ma entrambi si rivelano importantissimi anche nell'ambito della stessa comprensione «scientifica» della natura. Il settenario ricorre all'interno della Tabella di Mendelejeff nel definire gli elementi chimici semplici, che «sono disposti, secondo le loro qualità chimiche ed elettromagnetiche e secondo i loro volumi atomici, in serie progressive che vanno dall'uno al sette» (cfr. A. Angelini, Alchimia modello scientifico, « Kemi-Hathor» n. 8, 1984, p. 7). Allo stesso modo, la suddivisione dei cristalli in forme geometriche segue il ritmo del sette, «per cui, partendo dal sistema cubico, che tanta importanza ha avuto nelle misteriosofie dei nostri padri, si passa al tetragonale, all'esagonale, al romboedrico, al rombico, al monoclino, per terminare nel triclino» (ibidem, p.8); e così pure questo numero sacro lo ritroviamo nel campo dell'ereditarietà (1), nonché nella sfera più intima del corpo umano, nel sistema ormonale che ne regge le reazioni chimico-biologiche e che appunto «è composto da sei centri di ghiandole endocrine [epifisi, ipofisi, tiroide, surrenali, pancreas, gonadi] che, per la maggior parte, riversano il prodotto del loro lavoro nel sangue, il cui controllo è pilotato dal centro dell'uomo: il cuore.» (Ibidem) Quanto al numero dodici, se da una parte lo si può mettere in relazione con i circuiti biomagnetici del corpo umano, ma anche con la periodica pulsazione che fa vibrare il nostro pianeta ogni dodici ore siderali e con i dodici meridiani geomagnetici che dividono il globo terrestre in dodici settori (ibidem, p. 6), dall'altra è la stessa materia vivente che risulta essere «composta di 12 Elementi chimici, detti plastici [Azoto, Calcio, Carbonio, Cloro, Idrogeno, Magnesio, Ossigeno, Fosforo, Potassio, Silicio, Sodio, Zolfo], che costituiscono il 99,98% dell'analisi chimica.» (Cfr. A. Angelini, La croce della vita e la Tabella degli Elementi, «Kemi-Hathor» n. 26, 1987, p. 4). La notizia della scoperta del Top quark completa mirabilmente il quadro di queste corrispondenze.
I quark sono sei (2), ovvero dodici, perché ogni quark ha un suo anti-quark, né più e né meno dei segni zodiacali (la Bilancia «antisegno» dell'Ariete, lo Scorpione del Toro, il Sagittario dei Gemelli ecc.), che appartengono, ognuno, a un asse che vede ai suoi poli due costellazioni, opposte e complementari come i due lati di una stessa medaglia (3); così pure, la definizione stessa di «sapori (tipi) - colori» è perfettamente consona al dominio astrologico. I segni dello zodiaco sono proprio questo i dodici «sapori-colori» fondamentali, le dodici potenzialità dell'essere, la tipologia eterna che connota tutto ciò che si manifesta, attraverso le sette funzioni planetarie ripartite nei domicili diurni e notturni.
E a questo proposito c'è anche da notare che i quark sono considerati come «membri di doppietti di stati». Ora, la divisione binaria è in effetti, anche in astrologia, quella che è alla base di tutte le altre: Ariete/Toro, Gemelli/Cancro, Leone/Vergine..., tre coppie, ognuna formata da un segno maschile e da un segno femminile, seguite dialetticamente, in un ciclo completo, da altre tre coppie speculari. Infine, la cosa forse più bella e sorprendente: i nomi dei quark - e subito il pensiero va a quelli dei pianeti lentissimi, Urano, Nettuno e Plutone, anch'essi scelti non certo in base a motivi di ordine astrologico, ma che si sono poi perfettamente integrati, e a buon diritto, nel linguaggio dell'astrologia. UP: l'inizio della primavera, la natura che rialza la testa, l'Ariete. DOWN: giù, la terra, i sensi, la carne, il Toro. STRANGE: tutto quello che è doppio, mutevole, imprendibile, strano, i Gemelli. CHARM: il calore materno, l'infanzia incantata, il Cancro. TOP: le luci della ribalta, il re, il più alto, il migliore, il primo (... e l'ultimo ad essere stato scoperto!), il Leone. E, per concludere, BOTTOM: ciò che non compare sul palcoscenico della vita e rimane sullo sfondo, la posizione più bassa, il letto del fiume, il piede, ma anche il piedistallo, il lavoro come servizio quotidiano, tanto anonimo quanto indispensabile alla sopravvivenza stessa, la Vergine.
1. Si fa riferimento alla teoria dei periodi settenari di H.Svoboda (cfr. A. Angelini, La legge settenaria e il suo influsso sulla vita, «Kemi-Hathor» n. 25, 1986, pp. 4-6).
2. Anche. numerologicamente, sommando le cifre che corrispondono alle lettere iniziali dei quark, il risultato è 6 (U=3, D=4, S=1, C=3, B=2, T=2; 3+4+1+3+2+2=15; 1+5=6)! 3. Sempre Angelini, che ha condotto importanti ricerche sui risultati della scienza contemporanea in relazione al sapere tradizionale, aveva già accennato a una possibile analogia quark/zodiaco (cfr. Il codice genetico e l'astrologia, «Kemi-Hathor» n. 52, 1991, p. II). ________________________________________
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