Sullo stipite sinistro, in alto per chi osserva la porta, troviamo il simbolo di Saturno. Saturno è il piombo, il colore nero, primo regime dell'Opera; accanto a questo simbolo si trova la scritta: Quando nella tua casa i neri corvi partoriranno le bianche colombe allora sarai chiamato sapiente L'autore fa riferimento alla successione dei colori nell'Opera, il nero seguito dal bianco e infine dal rosso. Che il nero sia il cadavere putrefatto del dragone, credo che nessuno possa dubitarne. Resta, al solito, da scoprire cosa sia il dragone e poi perché debba morire. L'impresa è ardua e riservata a pochi. Cristian Rosenkreutz, nelle sue "Nozze Chimiche", lo chiama Re nero, che deve essere decapitato, poi cotto con gli altri metalli in amalgama all'interno dell'uovo filosofico, per far nascere l'uccello miracoloso. Ciò ricorda la Fenice che risorse dalle sue ceneri, il Cristo risorto, ma, per restare ai corvi e alle colombe, ricorda anche quei misteriosi messaggeri di Noè inviati a cercare la terra dopo il diluvio. Prima venne spedito un corvo che non tornò, poi una colomba che rientrò all'arca con un ramoscello d'ulivo nel becco, quando appare il segno che le acque si stavano ritirando e che l'Ararat, montagna sacra dell'approdo, mostrava di nuovo la sua terra, a significare l'inizio del regime secco dell'Opera. L'opera al nero, ci ricorda Raphaël nel suo Orfismo e Tradizione iniziatica, è: "La discesa agli inferi risponde all'opera nigredo dell'Alchimia; anche Gesù discende agli inferi come vi devono discendere tutti coloro che desiderano la Realizzazione". Solo allora il Fuoco solare può splendere nella nostra coscienza purificata, rettificata e riappacificata. Raphaël ci ricorda ancora che «questa discesa rappresenta, inoltre, l'opera al nero dell'Ermetismo, la soluzione della solidificazione del passato, lo scioglimento dai vincoli di ciò che non si è o, come direbbe il Vedânta Advaita, la soluzione di tutte le sovrapposizioni velanti". L'ente, nel tempo-spazio, ha proiettato nella sua spazialità psichica direzioni energetiche (idee, emozioni, desideri, aspettative, comportamenti, ecc.) che poi si sono solidificate, cristallizzate. La coscienza, identificandosi con tale materiale, si costringe nel divenire, non trovandosi mai al suo giusto posto e al suo giusto tempo. In altri termini, non vive mai il suo stato presente. Oggi si può intendere il termine inferi con il concetto di subcoscienza. Questa è la nostra cantina ove sono depositate qualità o, meglio, nuclei solidificati di qualità che trattengono e costringono la parte di Anima incarnata. Questi nuclei sono formati dalla sostanza-materia o polarità negativa-ricettiva di cui l'Anima demiurgica rappresenta l'altra polarità. Tale sostanza ha quindi carattere femminile; così Orfeo (Anima demiurgica) deve scendere nella cantina, prendere Euridice (il riflesso dell'Anima imprigionata dalla sostanza solidificata), scioglierla dallo stato di costrizione e riportarla alla luce del sole; vale a dire, ricomporla nel conscio in modo che la dualità venga a scomparire... Comunque, risolvere il subconscio individuale non basta perché vi è il subconscio collettivo; la discesa agli inferi deve essere integrale, deve abbracciare l'intero mondo infero; ciò implica che occorre sganciare l'Anima anche da tutto ciò che l'umanità - in quanto processo individuato - ha cristallizzato. È per questo che all'iniziando viene suggerito di rimanere sordo alle stimolazioni che provengono dalle istanze sociali. Cosa non facile perché idealismi e sentimentalismi di varia natura impediscono di restare fermi nell'equanimità d'animo». La Massoneria, nel suo gergo estremamente sintetico dice: "Scavare oscure e profonde prigioni al vizio". |