Adonque Padre non ti meravigliare se in quest'opera molti errano, perche' ti giuro non haver mai visto alcuno, fuor che il mio Maestro, il quale applicasse la sua opera in materia debita, ma si sforza no a cose impossibili nelle materie, come se credessero d'un cane generare un huomo. Che meraviglia e' adonque se si rendono bugiardi nelle opere? Perche' nella prattica dell'opera restano molti sottilissimi dubij del lapis, ma credi veramente che li filosofi hanno posta la verita' nelli suoi libri, ma dopo la morte di quello che scrive, li suoi scritti sono male intesi; liquali pero' se esso fosse vivo, li esponaria speculativamente con le parole, & li verificaria con l'effetto dell'opera. Ma io ho esposto alla tua prudenza in ogni cosa tutta l'opera, & ho approvato alcune cose dette da filosofi, ancor che poche n'habbia allegate, ne' senza causa, perche' io presuppongo che tu habbi rinchiuso nel petto tutti li scritti de filosofi, & cosi' non dubito, che tu non debbi applicare ogni cosa alli miei detti, si come io per l'esperienza che ho visto, intendo li scritti de sapienti, li quali altrimente non haverei inteso. Ho adonque scritto poche cose, persuadendomi che tu sappi il fondamento, & percio' facilmente conseguirai l'intentione di quest'opera, & mi basta che a te solo sia manifesto il mio intelletto, & che questa verita' non si possa partire meco da questo mondo, Per la riverenza dalla tua paternita' ho dato fuori questo lume sopra di quella, perche' fra gli altri di questo mondo, ti ho, secondo il mio giudicio, eletto per il piu' degno, & l'altissimo Dio ti faccia arrivare al fine desiderato.
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