A Re Edoardo IV

Re onoratissimo, valoroso e virtuoso Soldato riccamente colmo di forza e di grazia, voi siete il protettore dell'lnghilterra e il difensore del suo diritto e delle sue leggi e da ciò è evidente che siete caramente amato da Dio. Per questo mi sembra che questo regno sia del tutto rinnovato per gioia, ricchezza, pace e carità, poiché le vostre antiche calamità sono attualmente dissipate e ci resta una grande speranza di gioia e di consolazione per l'avvenire.
E siccome vedo per evidenti ragioni che Dio vi accompagna perché siete pio, odiate il peccato, non potete sopportare gli scellerati e vi prendete particolarmente cura dei Poveri, sarebbe una grande disgrazia per la cosa pubblica e per questo Regno se voi ci foste tolto da una morte precoce e prematura; perché, per essere così felice, non diveniate più fiero né più orgoglioso dei vantaggi e delle prosperità che vi capitano e non vi si vede amare la vendetta per le ingiurie che vi sono state fatte: avendo considerato tali cose nell'Eccellenza Vostra, mi sento invitato a farvi conoscere senza adulazione la stima e l'amore da me concepiti per la Maestà Vostra, e per questo scopo ho risolto di lasciarvi per iscritto una cosa che vi potrà essere utilissima.

Prologo
All'inizio Dio creò tutte le cose dal nulla, in una massa confusa che conteneva in sé tutte le cose indifferenziate, dalla quale fece una chiara distinzione in sei giorni.
Ora deve essere così nel nostro Magistero perché esso ha la sua sorgente soltanto in una cosa: perciò i Filosofi lo chiamano microcosmo, uno e triplice, Magnesia, Zolfo e Mercurio, proporzionati dalla Natura.
Taluni si meraviglieranno di una cosa così meravigliosa e chiederanno quale possa essere la nostra Pietra, in quanto i Filosofi dicono che ce la portano gli uccelli e i pesci, che ciascuno l'ha e che è in tutti i luoghi, in voi, in me, in ogni cosa e in ogni tempo.
A ciò rispondo che è certamente il Mercurio, non quello volgare venduto nelle botteghe e chiamato Argento vivo, ma un Mercurio senza il quale niente può essere. In questo tutti i Filosofi si accordano ed è per questo che gli ignoranti ci accusano a torto quando dicono che lo celiamo. Ma sono degni di biasimo proprio loro, perché pur essendo ignoranti si impicciano di Filosofia.
Ecco perché, se tu non conosci il nostro Mercurio e dove lo devi cercare, devi guardarti bene dall'intraprendere la nostra Opera. Ma se mi credi ti insegnerò qual è questo Mercurio che ti è così nascosto e così necessario; non ti nasconderò nulla né ti ingannerò; però si trova più vicino in alcune cose che in altre. Stai dunque attento a ciò che ho scritto, perché se non arrivi alla sua conoscenza non ne sarò io la causa, dato che ti insegnerò la verità, che è: Vi sono tre Mercuri che sono le Chiavi di questa Scienza, chiamati dal grande Raimondo Lullo i suoi Mestrui, senza i quali di certo non si fa niente; due di questi sono superficiali e il terzo essenziale di Sole e di Luna, e di essi ti chiarirò subito le proprietà. Ma questo Mercurio che è l'essenziale degli altri metalli è il fondamento principale della nostra Pietra.
I nostri Mestrui non sono visibili al Sole né alla Luna e non appaiono alla vista ma all'effetto. Questa è la Pietra che noi intendiamo e che comprenderanno quelli che conoscono bene i nostri Segreti. E una sostanza e un'anima lucente e risplendente del Sole e della Luna e una sottile influenza tramite la quale la Terra riceve splendore.
Perché, cosa sono l'Oro e l'Argento se non terra risplendente, pura, bianca e rossa, dalla quale se si toglie lo splendore sarà di poco valore? Noi chiamiamo tutto il Composto nostro Piombo. Questi insomma sono tutti i nostri Mestrui.
Col primo noi calciniamo in modo naturale i corpi perfetti, cioè Sole e Luna. Ma nessun corpo immondo entra, eccetto uno chiamato volgarmente dai Filosofi il loro Leone Verde, il quale è il mezzo per congiungere con perfezione le tinture tra Sole e Luna, del quale Geber dà buona testimonianza.
Col secondo, che è un umido vegetale, rivivifica ciò che prima era morto, giacché dentro i due principi materiali e formali si devono dissolvere i corpi perfetti altrimenti faranno poco profitto. Per questo è necessario che tu conosca questi Mestrui, senza i quali non si può fare né vera calcinazione né dissoluzione naturale.
Col terzo, che è un'umidità permanente, incombustibile e untuosa nella sua natura, l'Albero di Hermes è bruciato in cenere. E il nostro fuoco naturale certissimo, nostro Mercurio, nostro Zolfo, nostra Tintura pura, nostra Anima, nostra Pietra sollevata dal vento e generata in terra. Imprimi bene ciò nella tua memoria.
Oserei dirti perfino che questa Pietra è il vapore pontico del metallo; ma devi essere abile per acquisirlo perché questo Mestruo è invisibile sebbene con la seconda acqua filosofica, per mezzo della separazione degli Elementi, possa apparire alla vista in forma di Acqua chiara.
Di questo stesso Mestruo esuberato con il lavoro se ne può fare lo zolfo di Natura, sempre che sia naturalmente acutizzato e circolato in puro Spirito.
Allora con esso potrai sciogliere la tua massa in diverse maniere, come per mezzo della pratica ti farò capire poi e ti chiarirò molte cose.
Come principale fondamento considera quali siano queste Acque mercuriali; perché bisogna che tu abbia la tua calcinazione aumentando e non diminuendo l'umido radicale, fino a che la tua massa per il frequente assottigliamento fluisca leggermente come cera sul metallo. Allora dissolvila col tuo mestruo vegetale finché tu ne estragga un olio di colore lucente e allora questo Mestruo sarà visibile. Dal nostro sottile Piombo rosso si estrae un olio del colore dell'Oro o ad esso simile, che Raimondo Lullo quando era molto vecchio diceva che fosse, di più gran prezzo dell'Oro stesso; del quale egli fece l'Oro potabile che lo rivivificò interamente, come può essere mostrato dall'esperienza.
Perché quest'olio e questo Mestruo vegetale si possono talmente circolare insieme e a tal punto esuberare grazie all'Arte, da farne una Pietra celeste di natura tanto ignificata che quando esce da là la chiameremo nostro Basilisco e grande Elisir di vita di prezzo inestimabile; il quale, come sguardo di Basilisco, uccide il suo oggetto. Così questo uccide il Mercurio crudo quando vi è gettato sopra. A tal punto che subito e come in un batter d'occhio, questo Mestruo tinge con tintura stabile e permanente tutti i corpi imperfetti in vero Sole o in vera Luna. Così devi governare la tua massa sia bianca che rossa.
L'Oro potabile si fa anche in questa maniera, non di oro volgare calcinato ma dalla nostra sola Tintura che non svanisce, estratta dalla nostra massa col Mestruo circolato. Tuttavia la calcinazione naturale si deve fare prima che il tuo Oro si possa sciogliere. Ciò ti sia detto prima di ogni altra cosa. Ti dividerò dunque questo piccolo trattato in dodici capitoli e due ricapitolazioni, lasciando tutte le ripetizioni superflue e studiandomi soltanto di dare una vera conoscenza della Teoria e della Pratica in modo tale che chiunque vorrà trarre luce dai miei scritti possa facilmente arrivare al suo scopo.
ll primo capitolo tratterà della Calcinazione, il secondo della Dissoluzione segreta, il terzo della nostra Separazione Elementale, il quarto della Congiunzione matrimoniale, il quinto della Putrefazione, il sesto della Congelazione albificante, il settimo della Cibazione, l'ottavo mostrerà il segreto dell'Assottigliamento, il nono tratterà della Fermentazione, il decimo della Cerazione ed Esaltazione, l'undicesimo della nostra meravigliosa Moltiplicazione e il dodicesimo della Proiezione. Dopo verranno le due ricapitolazioni. Pregando Dio che gli piaccia farmi la grazia che tutti quelli che gli sono fedeli e che amano questa Scienza possano comprendere questo Magistero.