Quando i bersaglieri giunsero a Roma, il 20 settembre 1870, furono in tanti a immaginare che cosa l'Italia sarebbe divenuta: c'era chi sperava in un avvenire democratico e popolare, chi ricordava le glorie del passato e chi contava di sostituire al primato della religione il primato della scienza. In ogni caso, l'evento appariva a tutti di capitale importanza. Perché Roma rappresentava l'antidoto contro la passibile dissoluzione del giovane stato. Perché Roma evocava le virtù della solidarietà fra le varie parti del Paese contro le tendenze disgregatrici che anche allora erano all'opera. Il XX Settembre, quest'anno lo dedichiamo all'unità della Patria e ai valori che spingono in direzione della coesione e della forza comune. Carducci diceva che il sogno dell'Italia unita era la cosa più grande che gli abitanti della nostra penisola avessero saputo realizzare dopo la caduta dell'Impero dei Cesari. Esagerazioni, si dirà. Ma certo, guardando dietro di noi, non sapremmo trovare, al di fuori del Risorgimento, un altro momento nel quale tutti, ma proprio tutti noi italiani possiamo riconoscerci con orgoglio. Da Villa "Il Vascello" Roma 20 Settembre 2004 |