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Calendario delle riunioni
I lavori si tengono il 2° e 4° martedì di ogni mese, alle ore 20.30, nella sede del G.O.I. di Milano in Corso di Porta Nuova 16 

La Loggia è intitolata al grande sindaco riformista di Roma Ernesto Nathan. Ernesto Nathan, d’origine inglese, figlio di Sara Nathan Levi, amica di Mazzini negli anni dell’esilio londinese, giunse giovanissimo con la madre in Italia. Collaboratore di Mazzini, partecipò attivamente alla vita politica dell’epoca, coprendo la carica di sindaco di Roma dal 1907 al 1913 e distinguendosi per le coraggiose iniziative nel campo dell’edilizia, della scuola e della municipalizzazione dei servizi pubblici. Ernesto Nathan fu Gran Maestro della Massoneria Italiana dal 1896 al 1904, e dal 1917 al 1919.
Le colonne della Loggia Ernesto Nathan N. 45 all'oriente di Milano furono elevate il 25 giugno 1967, con la fusione di due Logge preesistenti, la Zenith Hiram n. 45 e la C. Bruno-P. Martini n. 52. La neonata Loggia, fra le cui ben ornate colonne si tenevano lavori improntati a un forte interesse per il sociale, si trovò a vivere anni intensi e burrascosi per il paese e la massoneria italiana. Oggi la Loggia è costituita da un piccolo numero di fratelli i cui interessi spaziano dalla riflessione sulla scienza, all’epistemologia, all’esoterismo, allo svolgimento di tentativi di comprensione e di interpretazione di quanto avviene fuori dai templi alla luce della scienza simbolica massonica.

Il pensiero di Ernesto Nathan

«Bisogna parlare alto e forte. Lo ripeto oggi. Noi vogliamo la luce; noi non cospiriamo all’ombra di guarentigie o di privilegi internazionali. Non temiamo la calunnia, né la persecuzione, patrimonio della forte minoranza sacrata alle vittorie del pensiero; temiamo solo che quelle calunnie e quelle menzogne, seminate da settari di ogni denominazione fra il volgo per lumeggiarci volgari speculazioni anziché ministri di civile sacerdozio, possano pregiudicare o ritardare l’efficacia dell’opera nostra.»

«Ed alla luce del giorno! Sappia il Paese qual è l’opera massonica. Abbandonare il segreto massonico che si riferisce ai singoli componenti l’Ordine, sarebbe insana audacia, che libererebbe alle insidie delle sètte, come la gesuitica, avvolte nel più geloso segreto, gli interessi, la pace, la vita stessa dei Fratelli; ma l’opera nostra fuori delle porte del Tempio, i capi nostri centrali e locali affrontino impavidi la luce del giorno: non ce ne vergogniamo, né per loro, emissari del bene, temiamo. E questo collocherà la istituzione, nella coscienza universale, là dove deve assidersi come suprema rivendicatrice del glorioso suo trinomio di Libertà, Fratellanza, Uguaglianza.»

«Risvegliare nelle anime assopite quelle smarrite aspirazioni, informandole alle esigenze odierne di riscatto morale; temprare le coscienze, col sentimento del dovere civile, all’amore fraterno, alla fraterna difesa contro la ingiustizia; piantare profonde le radici della idealità, che, fondendo la fede colla scienza, sollevi in alto l’essere, ecco l’apostolato educatore dell’Italia civile: e per essa, nel desiderio di bene che ci punge, dove altri non comprendano e si incarnino, il compito sublime della Massoneria».

«Debbo io parlarvi della scuola, di quella fucina ove nella mente e nel cuore delle generazioni che in brevi anni costituiranno il popolo italiano nelle sue migliori e giovani energie fattrici si elabora la coscienza nazionale? Delle superstizioni che la snaturano per opera di pedagoghi che insegnano la fede nel nulla o nell’assurdo? Debbo io dimostrarvi come una dimezzata o superficiale istruzione inassimilabile, scompagnata da ogni educazione, all’infuori della recita ebdomadaria del catechismo, possa creare istinti, appetiti, passioni, non mai insegnare come si frenano, si domano, si rivolgono agli scopi utili e generosi della vita? Debbo io dirvi degli sforzi di chi cerca di torcere l’insegnamento agli scopi partigiani di una politica settaria a fine di arrestare lo sviluppo delle giovani intelligenze nelle loro più geniali espansioni morali, e imprigionarle nelle formule dannate dalla scienza e dalla coscienza universale? Debbo io indicarvi come questa più golosa fra tutte le funzioni sociali odierne s’affida talvolta a degli spostati, spesso senza sufficiente preparazione, sempre senza adeguata ricompensa; spostati che meccanicamente vacano alle loro morali incombenze come uno scrivano di notaio copia le pagine di un contratto, e nella loro insufficienza e nella vacuità delle loro menti corpi seminutriti, creano esseri morali a loro immagine? Debbo io dirvi che una nazione ove il maestro non abbia il posto di onore e non sappia incarnarsi la fede e la missione collettiva, è una nazione a cui non sorride né onore né avvenire? Quest’uomo collocato dall’ignoranza, dal pregiudizio sull’ultimo gradino sociale governa l’avvenire immediato; la sua non è la questione del giorno?»

«In mezzo ad un disfacimento sociale che ricorda e riproduce, nel suo carattere morale, il corso storico del dissolvimento del mondo pagano, due fenomeni soprattutto minacciano di travolgerci in basso. Ammantata di religione, di educazione, di carità, serpeggiante, infiltratesi in ogni manifestazione della vita, mercanteggiante favori terrestri e celesti, vantate autorità e credito, sfruttante superstizione e ignoranza, la reazione segue la sua politica di dividere per regnare e ricacciare il popolo sotto il giogo del dispotismo teocratico; sotto il manto dell’interesse pubblico, dell’amministrazione della giustizia, dello sviluppo economico, l’intrigo e l’avidità individuale inquinano ogni sano sentimento, corrompono ogni criterio del giusto e dell’onesto per sfruttare il patrimonio della nazione ed appagare la morbosità di sfrenate cupidigie.»

«La Libera Muratoria: suprema rivendicatrice del glorioso suo trinomio di Libertà, Fratellanza, Uguaglianza. Né a voi mancherà, o Fratelli, cuore e lena per seguire quella via irta di ostacoli e di aspri sacrifici perché la coscienza massonica, gli alti intendimenti con cui assieme vi riuniste ve ne daranno la forza e la volontà.»

«Con questi pensieri, con questi propositi, con queste speranze passa l’anno, entra l’anno, senza soluzione di continuità per l’opera indefinita dei Liberi Muratori, varia nei suoi metodi, una nei suoi fini; e mentre cade il granello di sabbia sull’attimo che segna due tempi, la mia mente ed il mio cuore si volgono a Voi, Fratelli Carissimi, con profondo amore fraterno, conforto e fiducia. Sianvi propizi gli eventi che la virtù vostra saprà determinare e dirigere. Vi arrechi l’anno nuovo ogni consolazione degli affetti e nelle opere e sovra tutte quella di avere giustificato e nobilitato dinanzi a voi stessi ed ai vostri simili il vincolo che vi stringe assieme ora e sempre, nell’altissima fede comune».

 

Pensieri di grandi iniziati

Il disco del sole è unico, e ciò costituisce la sua essenza. Tuttavia la luce che emana illumina numerosi luoghi che si moltiplicano per l'irraggiamento. La molteplicità viene da parte della diversità dei luoghi illuminati e non da parte della luce, che, nella sua essenza, così come il sole, non cambia.

Abd el Kader (Algerino, shaikh sufi e maestro massone)

I Saggi dell'antichità erano sottili, astratti, profondi a un tale grado, che le parole non possono esprimerlo [...]

Essi erano circospetti come chi attraversa un corso d'acqua sul ghiaccio;


 

Bottega di Leonardo, S. Giovanni Battista
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prudenti, come chi sa di avere su di sé gli occhi dei vicini; riservati, come un invitato davanti al padrone di casa. 
Essi erano indifferenti come il ghiaccio fondente. 
Erano rustici come il tronco di un albero. 
Erano vuoti come la valle. 
Erano concilianti come l'acqua limacciosa. 
La purezza ce la si può procurare nel tumulto del mondo mediante la calma interiore, purché non ci si angusti per l'impurità del mondo. La pace la si può ottenere nel movimento, purché si accetti ragionevolmente tale movimento e non ci si spazientisca a desiderare che esso si fermi. 
Colui che osservi la regola di non travagliarsi con sterili desideri di uno stato d'utopia, vivrà con piacere nell'oscurità, e non avrà la pretesa di rinnovare il mondo.
Lao-tzu,
(Tao Te Ching, IV, traduzione Léon Wieger)

 

Quando un uomo, rinunciando a tutti i pensieri, non prova attaccamento per gli oggetti sensibili e per le azioni, allora è detto che egli è uno yogin perfetto. L’uomo che elevi se stesso da se stesso, che non si degradi: egli soltanto è l’amico di se stesso, egli soltanto è il nemico di se stesso. Chi ha sconfitto se stesso con il Sé ha per amico il Sé, ma il Sé e come un nemico per chi non ha sconfitto se stesso. Il Supremo Sé di chi è in pace e domina se stesso è stabile nel freddo e nel caldo, nel piacere e nel dolore, nell’onore e nel disonore. Lo Yogin interiormente soddisfatto della conoscenza distintiva e della sapienza, lo yogin che rimane stabile, che ha sottomesso i sensi, è chiamato "realizzato": per costui un mucchietto di terra, una pietra e l’oro sono la stessa cosa.
Krishna
("Bhagavadgita, VI, 4-8", traduzione Giampiero Marano)

 

Non volere uscire fuori di te, ritorna in te stesso, la Verità abita nell’interno dell’uomo, e se troverai mutevole la tua natura, trascendi anche te stesso. Ma ricordati che quando trascendi te stesso, tu trascendi l’anima tua razionale. Tendi dunque là dove s’accende la luce della ragione. Dove infatti arriva ogni buon ragionatore se non alla Verità?
Agostino di Ippona

 

In fondo il vero segreto, il solo a non poter essere tradito in alcuna maniera, risiede unicamente nell’inesprimibile, che come tale è incomunicabile, ed una parte dell’inesprimibile si trova necessariamente in qualsiasi verità di ordine trascendente; è questo essenzialmente il senso profondo del segreto iniziatico... Il volgo prova sempre una paura istintiva per tutto ciò che non capisce, e la paura crea assai facilmente l’odio...
René Guénon

 

Da: www.grandeoriente.it