Contatti

Avalon, C.so Porta Nuova 16 20100 Milano
Tel  02 7602 3159 Falcone
(h. 09.30 – 19) 
e-mail avalon1173@tiscalinet.it  

Calendario delle riunioni

I lavori si tengono il 1°, 3° e 5° martedì di ogni mese
ritrovo dalle ore 20 alle 20.30
tornata con inizio alle 20,55
Luogo: la sede G.O.I. a Milano in Corso di Porta Nuova 16. 

On ne voit bien qu'avec le coeur, l’essentiel est invisible pour les yeux".
"Possiamo vedere solo con il cuore. L’essenziale e’ invisibile agli occhi".

Saint Exupéry, Le Petit Prince

 


Le colonne della R.·.L.·. AVALON n°1173 all’oriente di Milano, sono state innalzate il 29 novembre 2001 e.v.. L’assemblea costituente aveva deciso per il nome distintivo di AVALON con la seguente motivazione:
“AVALON”, è la mitica isola dove per i Celti si trovavano i segreti della vita, le chiavi per accedere alla conoscenza, alla visione interiore e alla sapienza. 
Oggi molti desiderano ricercare un insegnamento per vivere la vita nel modo migliore e costruire esperienze più ricche e soddisfacenti.
“AVALON” rappresenta quel percorso di sapienza che era già in queste terre migliaia di anni fa ed é un patrimonio ereditario “nativo” che può imprimere nuovo significato alla via.
Non è un caso che molti Templari sfuggiti alla cattura dopo il 1307 siano fuggiti per mare e che loro stessi, o successivamente dei loro eredi, seguirono la mitica stella d’occidente da essi detta “Merica” alla ricerca di “AVALON” e sembra siano approdati nella zona di Rhode Island nel New England. Nella cittadina di Westford, nel Massachussets, vi è una lastra di pietra, ritrovata in quel luogo, che raffigura un cavaliere Templare.
Infine “AVALON” è una parola con una caratteristica particolare: é costituita solo da squadre e compassi oltre che da un cerchio, una sorta di simbolo antesignano della quadratura del cerchio degli alchimisti.
AVALON, come tutti i luoghi che custodiscono i segreti della vita, è protetta da paludi, sabbie mobili e molte altre insidie, tutte celate dalla nebbia, così che solo l’iniziato possa accedervi.
Gilgamesh, Enea, Ulisse, Orfeo, Rosencreutz e l’elenco potrebbe continuare ancora, sono solo alcuni dei personaggi mitici che hanno voluto accedere ai regni non consentiti ai comuni mortali; tutti hanno dovuto superare prove e percorsi iniziatici attraverso lande inospitali, paludi, nebbie ed insidie di ogni tipo. I racconti descrivono, anche se apparentemente in modo diverso, l’Opera che si deve fare su se stessi affinché l’iniziazione sia vera ed effettiva.
La necessità di conoscere se stesi per poter realizzare l’OPERA emerge chiaramente da un racconto della mitologia Egizia.
“ All’inizio del mondo, quando gli dei decisero di creare l’uomo, tennero un solenne concilio per stabilire dove riporre i segreti della vita, vale a dire la conoscenza. Alcuni proposero di celarli negli abissi marini più profondi, altri nei deserti più inospitali, i rimanenti in cima alla vetta più alta. Iside, alla fine intervenne e dichiarò che per quante difficoltà ed ostacoli si potessero frapporre, gli uomini sarebbero comunque riusciti a raggiungere queste località e prendere possesso dei segreti della vita.
Tutti i presenti convennero che aveva ragione, le chiesero in quale posto sarebbero stati al sicuro e difficilmente raggiungibili.
Iside dichiarò che solo ponendoli proprio nell’intimo di ciascuno di loro i segreti della vita sarebbero rimasti celati e difficilmente raggiungibili in quanto per giungervi e farli propri era necessario che ciascun uomo conoscesse se stesso: fatto ben più arduo e difficile che lo scalare monti, attraversare deserti, percorrere oscure caverne o raggiungere il fondo delle fosse oceaniche.
I presenti, dopo un’attenta riflessione, convennero che Iside aveva perfettamente ragione: gli uomini si sarebbero guardati attorno, avrebbero scrutato ed esplorato ogni angolo del creato, ma solo molto difficilmente si sarebbero avventurati a conoscere se stessi in quanto quest’azione avrebbe significato avere più forza, più pazienza e sopportazione.
Così gli dei posero i segreti della vita all’interno di ogni essere, ormai certi che li avrebbero cercati ovunque la loro sete di sapere li avrebbe spinti, ma che solo pochi avrebbero cercato dentro di loro e questi, prendendo coscienza della scintilla divina nascosta, avrebbero potuto operare al miglioramento ed al progresso dell’umanità.” 

“L’Essenza chiede chi sono
io come lei, attonita, fisso il mio sguardo
nelle tenebre. 
Nulla mi da pace
Continuo a chiedere e la risposta
sempre la nascondera’à una chimera
Continuo a crederla vicina
ma quando le giungo accanto si dissolve
si fa invisibile, scompare.
(Nazik – al – Malaika)

Da: www.grandeoriente.it