Questo scritto, che presentiamo ai nostri Ospiti, è la ricomposizione accurata, anche sulla scorta di note ed appunti, dell'intervento tenuto dal Fr. Giuseppe Capruzzi durante la conferenza tenuta all'Oriente di Lecce. Il presente intervento ha trovato ospitalità su "Rivista Massonica" vol. LXX - XIV della nuova serie al numero 5 del mese di Luglio 1979. Un discorso sui rapporti tra Massoneria e Chiesa può sembrare complesso ed arduo ma non lo è, sopratutto perché è un discorso - non un dialogo - al quale i Liberi Muratori non intendono sottrarsi per quella tolleranza direi tutta Volterriana, tutta Illuministica che è alle salde fondamenta della nostra Istituzione; tolleranza che consente il libero scambio di idee con chiunque, di qualsiasi pensiero, ideologia, Religione, Chiesa. Non rifiuto del discorso, dunque, ma piena disponibilità sul piano del rispetto delle idee altrui. Direi quindi che il problema non è quello della accettazione o no di un discorso Massoneria e Chiesa - già superato dieci anni fa al Convegno di Savona - quanto quello di ricercare una identità, una identificazione, una determinazione dei «contenuti» di questo discorso. Ma, a questo punto, una cosa ci appare abbastanza chiara: se è possibile un «discorso» - ed in Questo c'è da concordare con Giordano Gamberini il quale non gradisce il termine dialogo - non credo però che questo discorso possa o debba approdare ad intese, accordi e compromessi di sorta. Il rapporto tra Massoneria e Chiesa non può che essere fondato accettando le proprie profonde distinte, diverse origini, funzioni, proiezioni. Di fronte a Rosario Esposito, ma anche ad un pubblico misto vanno dette certe cose. Noi liberi Muratori, siamo soliti nell'ambito del nostro lavoro, sottoporre le molte tematiche al vaglio di principio, di una regola, di un metodo, che poi costituisce una guida che è alla base di tutto il nostro discorso muratorio. Questo criterio è quello della differenziazione tra esoterico ed exoterico, due punti di riferimento che ritengo trovino rispondenza anche nella valutazione di questo nostro tipo di discorso. Non voglio ricalcare i confini, è fuori dal nostro intendimento; vale però affermare che siamo di fronte a due Istituzioni totalmente diverse e differenziate anche sul piano della proiezione spirituale. La Chiesa è una Istituzione exoterica cioè esterna; adotta strumenti exoterici, cioè esterni; è fondata su un credo a carattere fideistico; è portatrice di un antico e bimillenario messaggio di «salvezza»; ha come destinatario «la massa», la folla, il popolo di Dio o anche l'Uomo, ma come «entità» di quel popolo. La Istituzione Massonica è invece una Istituzione esoterica, iniziatica; non è fondata su un credo a carattere fideistico in termini teologici; non è portatrice di un messaggio di «salvezza»; ma è soltanto una via, o come diceva il grande massone René Guenon, è un «supporto simbologico» della trasmissione iniziatica della TRADIZIONE intesa come somma, «sintesi» di «tutte» le forme tradizionali, di «tutte» le Religioni. Posto in questi brevi termini, un discorso tra Massoneria e Chiesa non può - a mio giudizio - costituire base per accordi, ma può sostanziarsi soltanto in un raffronto culturale, in una verifica storica, in una testimonianza reciproca di quello che è stato, di quello che è, di quello che anche potrà essere nel destino delle due Istituzioni. La Chiesa è carica della sua storia con le sue ombre e le sue luci; la Massoneria invece è una Istituzione Iniziatica che «prefigura» la Storia del domani, quello che noi chiamiamo «il domani della Luce». Noi non sappiamo e non possiamo dire il diverso destino di queste due Istituzioni. Perdonatemi se abbraccio il tema un po' in termini molto ampi; mi perdonerà anche padre Esposito di qualche impertinenza. Non sappiamo in particolare e non possiamo prevedere quale sarà il destino della Chiesa. Forse è per concludersi il ciclo storico della Chiesa di Pietro, della Chiesa che noi massoni vediamo come la Chiesa della «fede cieca», e forse sta per iniziarsi - si vedono i primi accenni - la Chiesa di Giovanni, della «Fede illuminata», della fede di quel Giovanni il cui Vangelo è aperto da sempre su tutte le are delle Logge Massoniche. Tutto questo perché oggi l'uomo non vuole più credere ciecamente; oggi l'uomo vuol sapere; oggi l'uomo vuol conoscere; non si contenta più di Tertulliano! Certo, il Papa non parla più il linguaggio di Clemente XII. Certo, può anche sorprendere, che Papa Woityla, dalla finestra di Piazza S. Pietro ci dica che «ciascuno di noi è unico ed irrepetibile», concetto questo che potrebbe anche suonare benissimo in un Tempio Massonico. Però c'è ancora il carico, il notevole carico dei residui temporalismi, dei dogmatismi dai quali la Chiesa si deve liberare. Ben diceva Gamberini al Convegno di Savona: «La Chiesa, anche se tollerante, non raggiungerà per molto tempo le Valli profonde». La Massoneria è una luce che raggiunge le vette della Iniziazione. Quale il destino della Massoneria? Scusatemi se propongo un discorso di questo tipo. La Massoneria è la somma, è la Sintesi di tutte le «forme tradizionali», nella esaltazione spirituale direi anzi nella «più eletta» esaltazione spirituale della TRADIZIONE. È quindi protesa, per la sua stessa identità, per la sua stessa natura, per la sua stessa nascita, per le sue stesse finalità, alla realizzazione del Tempio individuale e del Tempio sociale, non nell'alveo delle Religioni particolari, ma nella superiore visione di quella RELIGIOSITÀ COSMICA che è stata profetizzata da Einstein. È quel «domani della luce», che sarà poi, per l'uomo singolo, per il Libero Muratore, la pienezza della Realizzazione Iniziatica, nella ascesa dalla condizione di HOMO SAPIENS a quella di HOMO HUMANUS. |