"Caelum"

        Anonimo italiano secolo XIII

 

L'Archivio Canosa è ricco di memorie sulle sette in generale e quasi tutte iniziano con un proemio storico per trasformarsi poi in proposte dirette al Ministro di Polizia onde distruggere o quanto meno rendere inoffensive sia la Massoneria che la Carboneria.
Fra le tante ce n'è una che di seguito è riportata, la quale propone di accordare maggiore spazio alle prediche antimassoniche dei sacerdoti ed un'altra, di organizzare una specie di Massoneria religiosa conferendo al Papa la dignità di Gran Maestro dell'Ordine.
Purtroppo non recano data ma si deve presumere che siano ante-cedenti alla rivoluzione del 1820 e riteniamo opportuna la pubblicazione di quelle memorie che possono illuminarci sui legami esistenti fra le due istituzioni che se da un lato non possono essere messi in dubbio, dall'altro però sono ben lungi dall'essere chiariti.
Questa memoria, parlando della Carboneria del Regno di Napoli, ipotizzerebbe una specie di protezione da parte della Massoneria, protezione che poi si identificherebbe meglio con una specie di controllo.
La Massoneria accoglieva ovviamente i galantuomini, mentre nella Carboneria troviamo i braccianti che non potevano certo battersi per un'Italia unita o per la repubblica, ma miravano unicamente alla terra di cui una buona parte era in mano proprio ai galantuomini.
Quando i sanfedisti si batterono per la difesa di Napoli e per la riconquista del Regno pensavano solo ad una riforma agraria che però non venne. Non venne la riforma ed i cafoni assistettero passivamente qualche anno dopo alla seconda calata dei francesi. Analogamente, dopo l'esperienza del 1820, il quarantotto... lo fecero solo i galantuomini!

DELLE SETTE IN GENERALE

Egli è opinion ricevuta che le Sette vantino una origine ben rimota; anzi vi ha di molti i quali la confondono colla stessa origine delle Nazioni.

Senza dubbio veruno troviamo noi la loro esistenza presso i primi Popoli dell'Asia, di là se ne trasmisero i domini nella Grecia, e quindi in Italia. La difficoltà di essere ammesso alla cognizione de' Loro Misteri, svegliò da principio la curiosità, la quale mercé delle dottrine apparate si converti poscia in persuasione, da cui procedette l'inviolabile osservanza delle obbligazioni contratte, e il dilatarsi delle Sette, nulla ostante il ferro de' Persecutori. E qui si avvertisca, che in tempo delle persecuzioni non solo i Primati e gli uomini di basso affare, ma la vil plebaglia altresì vuol disaminar le Sette e le opinioni religiose. Le Settepatiron dissenzioni e riforme, fecero dé progressi, e distesero la loro influenza dappertutto, Parecchie esciron di moda e furori seppellite nell'oblio. Dalla caduta di alcune nacquero delle nuove; ed altre, come quella di Maometto, si son sublimate al grado di Religion dominante.

 

ORIGINI, E PROGRESSI DELLA MASSONERIA

I Liberi Muratori non son d'accordo relativamente all'origine della loro setta. Alcuni si credono originati in prima da Muratori che fabbricaron la torre di Babele, e principalmente da que' ch'eressero il Tempio di Salomone, e poscia da Muratori che levaron la torre di Strasburgo, e da que' che nel Secolo X fabbricaron di molte Chiese in Iscozia, ed altrove. Altri, cui è piaciuta una origine più gloriosa, son ricorsi à misteri de' Sacerdoti Egiziani, o a quelli di Eleusi, o de' Greci. Altri finalmente ricorrono all'epoca famosa delle Crociate, ed a' Templarj.

Non può rivocarsi in dubbio che dalla distribuzione de' Templarj sien venuti i Masoni. Nel vero paragonandosi i simboli, i dommi, ed il linguaggio degli uni e degli altri, si troveranno comuni. Al Dio che muore per la salute degli uomini contrapponeano i Templari il Dio che non muore. Ecco il Masonico Jehovah. Il Dio dei Templarj era rappresentato da una testa d'uomo, innanzi a cui si prostravan divoti, come innanzi al vero Dio. Siffatta testa si ritrova altresì nello Spechio magico de' Masoni della Cabala. Il più terribile giuramento facea subir la morte a quel Templario che avesse osato svelare i misteri dell'ordine. Lo stesso giuramento si presta da' Masoni sotto le minacce medesime. Il fratello terribile ed il gergo delle espressioni: il Tempio è coperto per dinotar che la Loggia è custodita; e piove per dinotare l'opposito; non son che precauzioni, che da' Templarj son derivate. Per ultimo i nomi di Gran Maestro, di Tempio, le colonne Jahin e Booz che adornavano il Tempio di Gerusalemme, la cui custodia si suppone commessa a' Templarj; ben ci mostrano i figli de' Cavalieri del Tempio ne' Masoni.

Estinti i Templari nel 1311 al 1314, i loro seguaci si stettero occulti per modo che in Francia non se ne professò il Rito con qualche pubblicità, e sicurezza se non nel 1725, allorché alcuni Inglesi recatisi a Parigi rianimarono la Masoneria. E però si vantano i Francesi di aver dato all'Inghilterra le prime nozioni de' loro misteri, comecché dagli atti che si conservano a Kilvvining, a Herlin, e ad Aberdeum si rilevi l'esistenza di una tal Setta nell'Inghilterra fin dall'anno 900.

Rianimata la Masoneria in Francia nel 1725, fu tolerata dapprima, e quindi dal Governo protetta. E allora valicò il Reno; e si sparse nella Germania, e massime negli Stati di Prussia fu specialmente favoreggiata per la protezione di Federigo il Grande. Costui per una certa vaghezza giovanile, o sospinto dagli Enciclopedisti francesi, che cercavano in Lui un sostegno per mandare ad effetto il rovesciamento della Religione, e della Monarchia; amò di essere iniziato ne' Misteri della Setta: poscia imprese a proteggerla, e ad incoraggiarla; e giunto al Trono la fé servire a' suoi disegni nel difendersi dalle persecuzioni della Corte di Roma. Ma verso gli ultimi anni del suo Regno, sia per essersi cambiate le circostanze della sua Dominazione, sia perché gl'increbbe di esserglisi nascosi, com'ei credea, varj misteri, cessò di proteggerla.

Non ricorse però ad alcun sistema di rigore; si contentò del disprezzo della dottrina, affin di renderne inutili gli sforzi. A questi tempi surse la Carboneria.

 

CARBONERIA

Molti di que', che per effetto di lor guasta morale non erano stati ammessi nella Società de' Masoni, o n'eran stati discacciati, presero a creare una nuova Setta. Cercando essi di pro-cacciarsi de' Proseliti presso il basso popolo, predicaron la beneficenza, e l'ospitalità, e mescolarono alla loro dottrina i simboli di nostra augusta Religione. 1 fondatori di questa Setta novella, sapendo ben essi il carattere de' Germani, nulla intrapresero, che alle loro abitudini, ed alle religiose pratiche si opponesse. A questo modo si riuscì nell'intento.

Giuseppe secondo tolse ad imitar Federigo. Libero Muratore per curiosità da principio, si valse poi della Setta nelle questioni colla Corte di Roma. Per la sua morte immatura vi ha de' dubbi intorno a' suoi veri sentimenti su questo punto.

Dal Nord passò la Carboneria in Francia: ma non vi fé progressi per lo sviluppo della Rivoluzione. Questa, dicea Mirabeau dalla Tribuna, ha squarciato il velo che impediva la propagazion della Luce. Qual sarà per ventura da oggi innanzi l'obietto de' misteri delle Sette, se il lor secreto è svelato? Egli però non intendea favellar de' Muratori, ch'erano stati i fabbri della rivoluzione: ma sì benne delle altre soscietà secrete, temendo, non fosse distrutta per esse la loro opera; cioè a dire la Repubblica, e l'Ateismo.

Apparsa la rivoluzione in Francia, la Politica de' Governi fu incerta per qualche tempo. In tali circostanze si appigliò ciascuna ad un particolare sistema: tutti però furon di accordo nell'imputare alle Sette l'origine della rivoluzione. Il Gabinetto di Berlino, comecché fosse di contrario avviso, non pertanto, dietro il comune esemplo, non lasciò di adoperare delle precauzioni.

In Francia crebbe infelicemente il contagio: e nella sua opinione furon tratte le opinioni de' Popoli. Tolta finalmente l'illusione i fabbri di un'Opera che perpetuar dovea le calamità della nostra specie, furon riconosciuti per gli oppressori del genere umano, sopratutto nella Germania, in cui aveano essi sparso il lutto, e la desolazione. Il desiderio di scuotere un giogo straniero suscitò il coraggio nel cuore di tutti i Cittadini, ma divampò viemmaggiormente nel cuor de' Settari: i quali men per ispirito di Setta, che per un rancor profondo contra i tubatori della tranquillità de' popoli conceputo, si collegaron cogli altri, affin di cospirare vicendevolmente alla comune difesa.

La Politica del Governo profittò destramente della favorevole disposizione delle Sette, tal che di tutte non sembrò formarsene che una sola, le cui massime fosser quelle della Nazione, e del Governo. L'esito avventuroso si fu il distruggimento degli oppressori.

 

CARBONERIA NEL REGNO DI NAPOLI

La Carboneria s'introdusse nel Regno qualche anno appresso l'invasione. Non s'introdusse già per opera de' Generali, ma da alcuni ingannatori per avidità di far lucro a spese della curiosità degl'incauti. Si unirono con costoro que' ch'erano stati discacciati dalla Masoneria; la vestirono delle formole, e de' prestigi della Loro Setta, coprendola persino di un augusto apparato di cerimonie religiose, onde poter così adescare il Popolo, che anelava forte la cognizione de' misteri masonici, cui aspirar non potea.

Diffusa a questo modo la Carboneria, cominciarono i masoni a temerne: e quasiché per un voto spontaneo vi si mescolarono. E immaginando che con siffatto mezzo potesse la plebe riconciliarsi co' Galantuomini, vi si affaticarono insieme co' Carbonari. Questo si fu lo scopo del rapido ingrandimento della Carboneria.

L'occupazione militare guardò questa Sette con occhio indifferente: e però non fu essa né protetta, né perseguitata, Fino a che il Governo di Bonaparte non vide il turbine che contro di lui si preparava dal Nord. Allora si prescrisse la persecuzione de' Carbonari; e le loro congreghe furono interdette sotto pene gravissime di ogni maniera, adoperandosi ogni mezzo per iscioglierne una Setta che si reputava pericolosa. Ma l'adottato sistema non fé che accrescerne il numero. 1 Perseguitati, ed i persecutori si trovaron sovente uniti nelle medesime Assemblee. Gli Agenti esteri profittaron di questa occasione, e videro con piacere gli errori politici della Occupazion militare. Pel decreto poi segnato a Bologna il dì 4 Aprile 1814 si giurò un odio eterno all'Invasore: e da ciò nacquero e furono alimentati le insurrezioni negli Abbruzzi e nelle

Calabrie, le quali avrebbero partorito degli effetti se dagli Alleati con sommo accorgimento non si fosser conchiusi gli Armistizi in Italia. In virtù di essi rimasero i Carbonari senza direzione, e senza proteggimento. Non pochi di essi furon vittima di Manhes, e di Montigny. Lo spavento, ed una calma apparente furon gli effetti della persecuzione. Ma al presentarsi la prima congiuntura, levaron la fronte negli Abbruzzi, e concorsero con felice successo al discioglimento dell'armata dell'usurpatore.

I Carbonari del nostro Regno non son miga da paragonarsi con quelli del Nord, sia per la natura della lor società, sia pe' mezzi cui si appigliano, sia pel carattere di prontezza necessaria a produrre uno sviluppo qualunque. La Carboneria alemanna contenea nel suo seno le classi tutte dello Stato: le quali animate, e sospinte dall'autorità medesima del Governo, offrivamo una conformità di sistema, un'amministrazion regolare, e costituivano una Setta, in cui tutte le altre si vedean trasfuse. Siffatta union generale fu desiderata, ed incoraggita dalla occupazion militare allorché presso vide il suo fine: ma il riuscimento non corrispose all'immaginato progetto.

Le disposizioni di S.M. intorno al divieto delle Società clandestine, la moderazione, e la clemenza che spirano, se non le hanno spente affatto, le han certamente divise, e ne han ristretto il numero de' Settari. Ma qualche Agente straniero potrebbe far sì che stessero aperte le occulte vie utilmente calcate una volta, per valersene all'uopo. E però debbon prendersi delle misure, onde si ottenga un doppio fine; cioè ]'impedire l'ingrandimento delle Sette, ed il farle scemare in guisa, che svaniscano da' Dominj di S.M.

 

MEZZI PROPOSTI

1) Niuna manifesta persecuzione.

2) Apparati problematici di severità, e di rigore estremo contro a' Settari.

3) Impiegarsi in ciò delle Autorità abili a secondar le mire politiche del Governo. Dovrebber queste persuader indirettamente, e individualmente i Carbonari che il Governo gli guarda con disprezzo; che non hanno essi influenza veruna nell'amministrazione: e che nessun pro torna ad essi dalla professione de' loro principi. Converrebbe poi far uso del sommo dritto, non concedendo loro dilazione pe' pagamenti fiscali, e dando un rapido corso a' lor processi criminali, e correzionali; affinché si accorgessero di non esser trattati a questo modo, se non per la pertinacia in cui sono.

4) Usar delle carezze verso di que' Carbonari, che si son mostrati docili, e ubbidienti alla paterna voce del Sovrano.

5) Farsi altrettanto con que' che si vogliono allontanar dalla Setta, e son riguardevoli per talenti, per influenza, o per altra cagione.

6) Esatta conoscenza di que' che furono Carbonari, e di que' che il sono al presente. Questo esame però esige un massimo riserbo, e sagacità, onde schifarsi un allarme che potrebbe facilmente degenerare in disperazione.

7) Escludere i Settarj da qualsiasi impiego, e persino dalle ultime cariche comunali.

8) Adoperarsi dagli Ecclesiastici di sperimentata morale, e prudenza perché nel Tribunale di Penitenza dimostrassero a' Settarj che i loro principj son contrarj alla vera Religione del Vangelo.

9) Eccitare, e promuovere la diffidenza fra i Settarj.

10) Ad oggetto di evitare che i seguaci delle diverse Sette si colleghino insieme, persuader loro che il divieto del Governo è preceduto da' perversi costumi e dalla pessima riputazione de' Settarj, intenti a lacerarsi con reciproche denunzie: il che mostra la sorgente viziosa della loro società.

11) Soggettare a somma sorveglianza tutt'i Settarj.

12) Diffidar degli Esteri ed invigilar sopra di essi.

 13) Istituire in tutto il Regno delle Congregazioni di Carità, dirette unicamente al sollievo degl'infelici, per contrapporre così istituzioni legittime alle clandestine istituzioni.

14) Dominare, lusingare, e cambiar gli oggetti e lo spirito delle società.

15) Adoperar de' mezzi acconci a disciogliere i Settarj per modo che sien costretti a distruggersi fra loro. La mano del Governo dovrebb'essere invisibile.

16) Perseguitare alla scoperta i Carbonari, soggettare gli ostinati al rigore di una nuova legge da emanarsi.

 

RIFLESSIONI

I Liberi Muratori ed i Carbonari son certamente nemici del Re e de' suoi seguaci: e questa inimicizia né per volger d'anni, né per carezze si estingue.

I finti amici sono inchinati al tradimento: perché, al dir di Tacito, nelle piccole cose simulant fidem, ut maximo pretio te prodant.

Il Governo tolerar non dee le secrete unioni.

Per evitarsi le insidie e le congiure vi é bisogno di esploratori. Grandis cautio est adversarii animum cognovisse: etenim hostem protinus sensisse, superasse est. Anthem: apud Baron Annal. La Clemenza é commendevole e necessaria ma se il Principe sia sempre clemente, inviterà i buoni alle sceleratezze, i malvagi al peggiore.

 

Nam natura queis matrem dedit mentem malam, illa sic suos Instituit, ut similia cogitatis Scelera semper perpetrent (Sophocl: Philoct)

 

Gli stessi delitti dunque ed il pubblico bene esigon talvolta che si abbia ricorso alla severità, e quindi dee appellarsi con Cicerone salutarem severitatem vincere inanem speciem clementiae. La soverchia indulgenza induce il disprezzo del Governo. Chi per ventura, dice Seneca, temerà colui, apud quem semper conditum, immo constrictum est ferrum?

 

CONSEGUENZE

Si spoglino i Settarj delle loro cariche, e se ne spoglino in virtù della legge, con cui si ordinò che si ritenessero provvisoriamente. Così cadranno nell'avvilimento, e mostrando il Governo di non averli in pregio, e di non temerli, deporranno quella lunminosa follia, onde credono di esser necessari al ben dello Stato il che forse gli rende ardimentosi nel trasgredire il divieto delle Società clandestine.

Esploratori onesti ed accorti debbono invigilare continuo su' Settari, onde si scoprano il tempo ed i luoghi delle adunanze. Riuscendo alla Polizia di coglierne alcuni sul fatto, dovrebbon punirsi severamente per la violazion della Legge, per l'abuso dell'amnistia, e per lo spergiuro; mettendo però in pratica l'avvertenza di Cicerone che dà Politici é commendata: ut poena ad paucos, metus ad omnes perveniat.

Per isparger la diffidenza tra i Settarj, nel suddetto caso dovrebbe destramente darsi ad intendere di essersi fatta la denunzia da uno di essi. Scoperta una Loggia, ed arrestati i rei, dovrebbe pubblicarsi una Legge severissima contro a tutt'i Settarj, escludendosi ancora da qualsiasi carica pel tempo avvenire.

 

A.S.N. Archivio Borbone 1° inventario Fs 729.