CAPITOLO II

L' ESSENZA DEI MINERALI
Anche l'essenza dei minerali si può trasformare e si trae dalla sua materia per azione dei pianeti, di una natura simile o di qualche speciale processo.
Poiché i metalli sono sette, ciascuno si fa derivare dal suo pianeta: l'oro si chiama Sole perché deriva dal sole, l'argento dalla Luna, il ferro da Marte e si chiama Marte, L'argento vivo da Mercurio e si chiama Mercurio, lo stagno da Giove e si chiama Giove, il rame da Venere, per cui si chiama Venere.
La materia prima di tutti i metalli é il mercurio, però in alcuni metalli é coagulato debolmente, in altri fortemente, di modo che vi sono dei gradi nei metalli in relazione al grado di influenza dei rispettivi pianeti e di tutte le qualità di zolfo che hanno il potere di rappresentare il mercurio. In alcuni metalli nei quali é poco coagulato o impuro l'essenza é determinata dalla quantità della materia e dalla possibilità di comprendere in potenza gli altri metalli, come si vede nel piombo che é mercurio condensato debolmente ad una piccola quantità di zolfo raffinato, e poiché l'azione del suo pianeta è debole per la distanza, comprende in potenza altri metalli come lo stagno, il ferro, l'argento e l'oro. Lo stagno é mercurio lucente rappreso debolmente da zolfo greggio e impuro, perciò, in potenza comprende il rame, il ferro, l'argento e l'oro; il ferro invece é mercurio greggio, impuro, fortemente coagulato da zolfo di analoghe caratteristiche per azione del suo pianeta. Comprende perciò in potenza il rame, l'argento e l'oro. Il rame a sua volta, essendo formato da poco zolfo e da mercurio non eccessivamente greggio, energicamente rappreso mediante l'azione del suo pianeta, comprende in potenza l'argento e l'oro. L'argento, formato da zolfo chiaro, bianco, fine e incombustibile e da mercurio chiaro e raffinato, fortemente coagulato anche per l'azione del suo pianeta, comprende in potenza soltanto l'oro e non può essere intaccato dal piombo che invece intacca il rame e gli altri corpi inferiori. L'oro è naturalmente il più prezioso di tutti i metalli ed é formato da zolfo citrino chiaro tanto fine da parer diafano, incombustibile e da mercurio lucente raffinato, energicamente rappreso con la cooperazione dell'influenza solare, in conseguenza non può essere bruciato dallo zolfo dal quale sono bruciati gli altri metalli.
É chiaro dunque che da tutti questi metalli può derivare e deriva l'oro, da tutti eccetto l'oro può derivare l'argento, come si può osservare nelle miniere d'argento e di oro dalle quali si estraggono anche altri metalli, non solo, ma si trova ivi congiunta la marcassite di oro e di argento, che senza dubbio, avendone la possibilità, col tempo si sarebbe trasformata, per azione della natura, in argento e oro. Inoltre, non appena dagli altri metalli si è formato l'oro, la loro forma scompare; come ciò avvenga diremo poi nel trattato sull'essenza di simili corpi.