Questa adonque rotonda fatta spirituale, che converte il rame in quatro, entra nel bagno temperato, per il quale il corpo si fa soave, & che contiene il foco leggiero, il quale consuma le humidita' che corrompono.

Si deve adonque fare un forno di tal dispositione, che in quello si faccia un foco lento, il quale non si possi augmentare, & il vaso che contiene la materia deve essere di vetro coperto di ferro, in vaso della medesima forma tagliato per mezzo, & il vaso deve essere longo un cubito, stretto nella cima, si che la strettezza non permetta che il spirito esali, & la longhezza precipiti li fumi, se accade che se ne levino alcuni, & consumi fra di se' le humidita' che corrompono, de quali forno & vaso si deve cercare la vista di Lilio, & non la scrittura, & il calore deve circondare il vaso da tutte le parti, altrimente indarno si diria che fosse bagno, & nella cima del forno vi deve essere il forame, per il quale deve uscire un pezzo di vetro rotondo, & longo, che chiude l'orificio di detto vaso.

Nel toccare del qual pezzo si conosce se la materia si coce con calore conveniente, & se per sorte qualche fumo pare che ascenda nel predetto vaso, non lo permette che esali essendo cosi' disposto, ancor che il vaso si tenesse aperto; pero' dice Geber, che mai uno si separa veramente dall'altro, benche' parino alla vista che superficialmente si separino, ne' uno puo' essere senza l'altro, perche' li suoi spiriti sono temperati per via di natura perfetta, in tanto che non si separino l'uno dall'altro, & in questo grado di calore la materia si fa negra, perche' il calore operando nell'humido fa la negrezza.

Pero' si dice nella Turba, che vedendo la negrezza soprastare a quella aqua, devi sapere che il corpo e' liquefatto, parimente nella prima opera tutte le cose si fanno negre.

Ma questo frutto si fa accio' si guardi dal troppo foco, perche' il calore chiuso dentro fa morire, & separarsi il composito, & percio' bisogna seguitare con foco temperato; si coce nel modo che si nutrisce un putto col latte, & in questo tutti convengono, & questo anco si mostra nella prattica de diversi colori, che si contengono sotto il color negro.

 

Ma quando tutto e' negro si continui il foco del medesimo grado, sin che la bianchezza occulta nel suo ventre si veda, perche' cosi' s'avicina al fisso.

Ma e' da notare che nell'istessa negrezza appaiono molti colori, de quali non fanno mentione li Filosofi, perche' alcune volte tutto si fa verde, alcune volte livido, alcune volte di color violaceo, alcune volte ancora da uno lato del vaso e' verde, dall'altro e' negro, overo e' livido di dentro & verde di fuori.

Pero' tutti questi colori si comprendono sotto il negro, & perche' in quelli non si contiene alcuna perfettione essentiale, percio' li filosofi nominano solamente tre colori fra glia altri principali, cioe' il bianco, il negro & il rosso, che sono chiamati le virtu' dell'anima.

Pero' nella Turba honorate i Re & la sua moglie, & non gli abrugiate, accio' non li mettiate in fuga con troppo foco, perche' non sapete quando havete bisogno di questi, i quali emendano il Re & la sua consorte.

Fateli cocere si che si facciano negri, dopo bianchi, dapoi rossi, finalmente quello che tringe si faccia veneno, parimente si faccia il lapis bianco per la combustione, & humore, overo liquefattione, per l'aqua si dice che segue la mortificatione, la qual si vede nella negrezza, nella prima apparenza, nella qual mortificatione s'uniscono gli spiriti, cioe' si essiccano, perche' se gli corpi non si essiccano, non si vedono i colori de l'anima, i quali si chiamano negrezza & nuvola: parimente la calamita quando s'imbianca non lascia fugire il spirito, perche' la natura contiene la natura.

L'humidita' adonque, la qual curava la negrezza nella decottione si mostra essere fatta secca quando si comincia a vedere il color bianco, perche' io ho visto nella trasmutazione della negrezza, una bianchezza oscura, inanzi che si facesse bianchezza perfetta la quale si chiama volgarmente color bruno, la qual brunezza si fa poi vera bianchezza.

Et durando questa brunezza, il mio maestro spezzo' il vaso, & il lapis, & lo risguardo' dentro & fuori, & lo trovo' bruno di fuori, & di dentro v'era ancora la negrezza, & mi disse la causa di questo essere perche' le parti della materia adherendo alli lati del vaso haveano sentito piu' il calore a se' vicino, che non havea fatto la materia di mezzo, & percio' haveano piu' presto cominciato a transmutarsi nel colore, & mi disse che questa brunezza ascendea, perche' la bianchezza era estratta dal ventre della sua negrezza, come si dice nella Turba, perche' quando lo vedrai nato, saprai che la sua bianchezza e' nascosta nel ventre della negrezza, che in prima si vede, & all'hora bisogna che tu cavi quella negrezza, dalla sottilissima negrezza di quella.

Et non vi meravigliate perche' sin ora questa materia io chiamo lapis, perche' sappiate che quanto dura la bianchezza, & anco havendo persa la rossezza per longo tempo, sta duro, & sta in forma d'una massa forte, si che con la continouatione della decottione, comincia da se' stessa a disfarsi & elevarsi alquanto.